15 Giugno 2023
di: Girovagando in Trentino
Birra Impavida è un progetto partito nel 2020, tutto al femminile grazie all’intraprendenza di due imprenditrici. Il nome del birrificio prende origine proprio dalla compagine sociale rosa e soprattutto dal coraggio di Serena Crosina e Raimonda Dushku, due amiche che hanno scelto di portare in Italia e nell’Alto Garda qualcosa di nuovo ed innovativo.
Birra impavida è un inedito nel panorama brassicolo locale e nazionale. Le due titolari infatti si ispirano ai birrifici d’Oltreoceano dove l’esperienza del cliente e la degustazione delle birre appena spillate hanno un’importanza fondamentale almeno quanto la vendita della birra confezionata e imbottigliata. L’azienda è concepita come aperta al pubblico grazie ad una grande tap room ma anche alle visite guidate.
Di origine statunitense, la tap room è un open space dove il cliente può scegliere da un panel di birre da gustare appena spillate e fresche. Accomodati al grande bancone con gran parte dell’impianto produttivo a vista, ci si può dissetare con il bicchiere o il boccale pieno intrattenendosi con gli amici.
Al birrificio Impavida è possibile prenotare un tour Birra experience dove con la guida esperta dei mastri birrai Matteo Milan e Lorenzo Mascherini si andrà a conoscere l’intero iter produttivo della birra. Si inizia con il fare la conoscenza delle materie prime come i malti ed i tipi di luppolo per poi passare alla cotta, alla filtrazione ed infine al confezionamento. Si può prenotare o regalare un tour Birra experience della durata di 40 minuti con degustazione di 4 tipi di birre a scelta ad un prezzo a 15 € a persona.
Inoltre, sempre nella cornice della tap room, vengono spesso organizzati degli eventi con beer sommelier di fama internazionale proprio per conoscere i diversi tipi di birra e l’abbinamento con diversi piatti. Il binomio cibo-birra è, infatti, un argomento da approfondire dato che proprio come per il vino esistono tanti tipi birra che si prestano ad accompagnare le pietanze e a farle gustare al meglio.
Altro punto focale del Birrificio Impavida è la sostenibilità ecologica. La direzione in rosa di Impavida crede fermamente in una produzione con il minor impatto ambientale possibile. È stato infatti recuperato un pozzo artesiano adiacente al birrificio che viene utilizzato per raffreddare gli impianti di produzione e la spillatrice in sala tap room.
Si fa pertanto ricorso all’utilizzo della geotermia. Inoltre l’edificio che ospita Impavida è ricoperto da pannelli solari ed infine è stato impiantato un grande depuratore interno in modo scaricare acque pulite nella rete locale. Anche il packaging è ecologico in quanto l’alluminio delle lattine è riciclabile mentre le box per l’imballaggio sono di cartone riciclato.
Il birrificio Impavida incarna quelli che sono i capisaldi della produzione e della cultura brassicola artigianale. Quello della birra artigianale è un movimento che prese il via da un gruppo di mastri birrai nel 1996. Prima di questa data in Italia c’erano solo le filiali dei grandi gruppi internazionali che producevano birre a livello industriale. Dal 1996 ad oggi i birrifici artigianali in Italia sfiorano le 1000 unità. La legge italiana del 2016 ci fornisce una serie di criteri per individuare la produzione artigianale:
La produzione di Impavida si ispira a due scuole brassicole diverse: quella tedesca e quella statunitense. Per quanto riguarda le birre di ispirazione tedesca nel Birrificio arcense vengono prodotte birre a bassa fermentazione e pertanto molto beverine e gradite al gusto dei più. Fra queste annoveriamo la Pelèr, una Pilsner con un grado alcolico di 4,8%, la Helles, la birra più tipica dell’OktoberFest, la Weiss con un grado alcolico del 4,5 % e la Vivienne che sarebbe una Vienna Lager. La Pelèr e la Vivienne sono disponibili anche nella versione senza glutine.
Come anticipato, al Birrificio Impavida si produce anche con il metodo americano. La filosofia dell’azienda è quella di proporre delle birre classiche ma rivisitate in chiave moderna. Le birre di stile americano sono prodotte con luppolo importato dagli Stati Uniti e danno vita ad un prodotto più amaro ma con note frittate e molto fresche. Sicuramente si tratta di una novità per i palati nostrani ma vengono poi apprezzate fin da subito. Fra queste troviamo la Chain Breaker che rientra nella categoria delle Ale ed ha un grado alcolico del 6,1%, la Moxie, un’American Pale Ale con un tasso alcolico di 5,5% ed infine la Free Solo, un’IPA più leggera con tasso alcolico del 3,5 %.
Per informazioni: https://www.birraimpavida.com/