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1 Agosto 2025

Caffè Bontadi: l’eccellenza dell’espresso italiano nasce a Rovereto

di: Girovagando in Trentino

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Caffè Bontadi: l’antica arte dell’espresso

Pochi sanno che la più antica torrefazione d’Italia si trova proprio nel cuore della città di Rovereto. Grazie alle parole di  Stefano Andreis, potremo andare alla scoperta di alcuni pezzi esclusivi della Collezione Bontadi, una mostra permanente che conserva e mette in esposizione macchine del caffè antiche e utensili legati a questo affascinante mondo di miscele ed aromi.

La Torrefazione più antica d’Italia

La storia della Torrefazione Bontadi inizia dalla Pianura Padana, dove il pioniere Carlo Bontadi curava l’azienda agricola di famiglia. Quest’ultimo decise però di lasciare i terreni di proprietà a cavallo fra la provincia di Brescia e quella di Piacenza, per intraprendere l’attività di commerciante. Proprio per la sua nuova professione, Carlo Bontadi era solito recarsi nella Città della Quercia per scovare, fra i primi, le merce più pregiate che arrivavano dalla zona mitteleuropea attraverso la via del Brennero. Fra questi prodotti, c’erano anche i pregiati chicchi di caffè e da qui iniziò un lungo percorso attraverso diverse generazioni che ancora oggi rendono Bontadi un’eccellenza roveretana e non solo.

La famiglia Bontadi si è infatti sempre distinta per lo spiccato spirito imprenditoriale e soprattutto per l’amore per il progresso: oltre ad aver depositato brevetti e cercato nuove soluzioni per la produzione e il trasporto del caffè, l’azienda vanta attualmente la Certificazione 4.0 e ha iniziato l’iter per l’ottenimento della Certificazione 5.0 per l’adozione dell’AI. Progresso sì ma sempre con particolare riguardo alla sostenibilità, utilizzando solo energia pulita da fonti rinnovabile e avendo ottenuto per primi in Italia la certificazione Si Rating – Sustainability impact rating.

Il Museo del caffè : la Collezione Bontadi

Gli amanti del caffè e non solo possono scoprire vere chicche al Museo Bontadi che costituisce anche la terza collezione più grande a livello mondiale. Ad esempio si può ammirare la prima macchina del caffè del 1884 chiamata “a colonna”, una postazione costituita da un carter con una caldaia ed una serie di rubinetti da cui veniva erogato una prima forma di caffè. È nel 1984 però che Gaggia inventò l’espresso comprendendo che dai chicchi andavano estratti gli oli essenziali.

Iniziarono quindi a diffondere le macchine dotate di leva dove la pressione veniva prodotta proprio grazie alla forza manuale dell’uomo. Un altro salto importante nella storia e nell’evoluzione della pregiata bevanda fu l’applicazione di uno scambiatore di calore al posto della pesante leva, frutto dell’intuizione di Faema nel 1961. Grazie a queste nuove macchine, compie un grande salto di qualità anche il caffè prodotto perché non c’è più l’acqua stagnante in caldaia ma la bevanda istillata è priva di impurità e si avvicina sempre più all’espresso che tutti noi conosciamo.

I caffè più pregiati

Naturalmente una particolare attenzione è riservata anche alla materia prima, apprezzata in tutto il mondo se pensiamo che nel 2024 ha superato il petrolio per quantità di scambi commerciali. Le piante del caffè si concentrano in tutto il globo fra i due Tropici.  Attualmente però i territori vocati alla coltivazione del caffè sono sempre più numerosi e, ad esempio, dall’Oceania provengono dei chicchi molto pregiati e dall’aroma davvero interessante.

Altro aspetto molto interessate riguarda la mutazione del chicco durante la tostatura che prevede dapprima una riduzione del peso del chicco in quanto perde umidità ma aumenta il proprio volume di circa il 60%. Al contempo i composti volatili passano da una base di 300 ad oltre 1000 ed anche 1200 in un’esplosione di aromi data dalla rottura della parte esterna del chicco e dalla fuoriuscita degli oli essenziali conseguente alla tostatura.

Bontadi importa chicchi da tutto il mondo fra cui anche la varietà più pregiata e costosa sul mercato, il Kopi Luwak.  Si tratta di una pianta che cresce allo stato selvatico sull’Isola di Sumatra e che è cibo di cui va ghiotto un curioso animaletto, il Luwak. Attraverso il processo digestivo dell’animale le drupe vengono modificati grazie all’azione degli enzimi. Una volta defecati, i chicchi vengono raccolti e ripuliti dalle popolazioni locali e dopo averli essiccati arrivano sul mercato a  quasi 2.000 $ al chilo.

Un’altra varietà davvero esclusiva è il Jamaica Blue mountain caffè maniacalmente seguito dalla mano dell’uomo. Vengono selezionati manualmente i chicchi e le piantine che crescono a 2000 m sul livello del mare con quel picco di acidità unico. Queste materie prime pregiate arrivano in sede a Rovereto attraverso i porti di Genova e Trieste. Partendo dalla materia prima di assoluta qualità, Bontadi grazie al lavoro di fatica dei propri collaboratori e ad un processo di lavorazione etico, va a valorizzare quello che non può essere migliorato dalla mano dell’uomo ovvero il chicco di caffè.

Per visite guidate visitare il sito: www.bontadi.it

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