Questa settimana presentiamo una Via Ferrata tra le più classiche delle Dolomiti, conosciuta nel mondo alpinistico con il nome “Pößnecker” e inaugurata nel 1912, è la più antica ferrata delle Dolomiti.
Si raggiunge con i mezzi il Passo Sella (2.240 m) e, superato il rifugio posto sulla sommità del passo si prosegue in direzione Val Gardena per qualche decina di metri fino al parcheggio all’imbocco del sentiero (n.649). Si traversa quindi in lieve salita alla base delle Torri del Sella (versante Ovest) ed in circa 30 minuti si raggiunge l’attacco della via (2.290 m).
Il cavo metallico è raggiungibile dopo 2-3 metri di roccette non attrezzate ed inizia a risalire verticalmente la parete per poi traversare verso sinistra. Terminato il traverso inizia la vera e propria risalita verticale della via affrontando una fessura gradinata per poi passare ad un lungo tratto attrezzato con pioli metallici. Nel risalire questo tratto è necessario prestare molta attenzione alla roccia che, levigata dal passaggio di escursionisti, ha negli anni perso ruvidità e può quindi presentare insidie legate allo scivolamento.
Si risale per circa 100 metri fino a raggiungere una profonda fenditura da superare senza cavo di sicurezza e che sbocca su un terrazzino che offre un panorama decisamente suggestivo.
Dopo una breve sosta si parte per l’attacco del secondo punto chiave della via che si imbocca da una scaletta metallica che parte proprio dal terrazzino. Risalita la scaletta ci si dirige infatti verso un camino attrezzato di una ventina di metri e caratterizzato da scalini metallici che risalgono gradualmente verso destra.
Superati anche gli ultimi gradini, fissati sulla parete opposta si arriva all’uscita alla sommità della gradinata co qualche passaggio esposto ma stavolta ben protetto e di notevole spettacolarità.
Superata un’altra scaletta si procede ancora lungo un breve tratto con roccia levigata e poi la progressione diventa via via più semplice e su roccia frastagliata e ricca di appigli. Una terza scaletta ci fa guadagnare ulteriore quota e ci porta su alcuni brevi tratti verticali in fessura alternati a brevi traversi.
Proseguendo quindi su facili boccette si raggiunge un’ampia conca detritica che si supera seguendo un sentiero segnato da ometti. Il sentiero conduce ad un ampia sella tra i due massicci sovrastanti che percorriamo tutta fino all’imbocco dell’ultimo tratto di salita.
Si riprende quindi la salita dove però solo i primi metri sono attrezzati per poi proseguire lungo una traccia di sentiero che, in traverso, porta in circa 30 minuti sull’altipiano delle Mesule. Quest’ultimo pezzo, pur essendo in arrampicata non particolarmente tecnica alternata da brevi tratti attrezzati è però il tratto dove si deve prestare maggiore attenzione. Si proceda quindi con passi sicuri “ascoltando” la roccia fino a trovare appigli solidi e sicuri (qui uno spezzone di una ventina di metri di corda non guasta specie per aiutare eventuali persone in difficoltà).
Giunti sull’altipiano e dopo una breve sosta si prosegue in direzione Piz Selva in un panorama spettacolare e ricco di suggestioni e dal quale, in pochi minuti, si raggiunge la ampia vetta del Piz Selva (2.940 m) dopo circa 3.00h dall’attacco.
Il panorama è qualcosa di unico, con l’altipiano delle Mesules e del Sella con il Piz Boè e la Marmolada sullo sfondo, ad ovest il massiccio del Sassolungo, il Catinaccio, a nord le Odle con il gruppo del Puez ed i Cir sopra Passo Gardena; in lontananza ad est si scorgono le Tofane, il Cristallo e l’Antelao,e a sud le Pale di S. Martino con la Fradusta, la Cima Vezzana ed il Cimon della Pala.
Viste le condizioni meteo non proprio ottimali abbiamo deciso di tagliare prima il sentiero in direzione Val Lasties, senza effettuare la lunga traversata dell’altipiano ed evitando di passare per la Forcella d’Antersass.
Dopo circa 10 minuti di discesa, su una piccola sella si nota una traccia che scende lungo un vallone posto sulla destra. Imboccato il sentiero segnato dai tipici ometti in pietra si perde quota e si giunge a due brevi tratti di sentiero attrezzato superati i quali si entra nell’ultimo tratto di vallone che porta dritto dritto a ricongiungersi con il sentiero n. 647.
Principalmente ci teniamo a specificare una particolarità riguardante il percorso di ritorno. Oltre alla già citata alternativa possibile in partenza dal Piz Selva,si può optare per un’ulteriore variante:se si sceglie come via di ritorno il sentiero n.649,quindi quello indicato dalla segnaletica presente poco sotto il Piz Selva ,dopo circa 15-20′ di marcia,con un pò d’intuito in quanto non segnalata,si nota alla destra una traccia che scende in direzione della Val Lasties ed evita in gran parte tutta la traversata dell’altipiano evitando così di passare per la Forcella d’Antersass. La traccia porta all’interno di un canalone con brevi tratti attrezzati ed incrocia più in basso nuovamente il sentiero n.647 che, dopo circa 45 minuti di discesa conduce a Pian de Schiavaneis.
Testi e Foto:
Alessio Migazzi
Francesca Tomaselli
Giuliano Pederiva
Fonti:
http://www.vieferrate.it