Gruppo delle Maddalene, Val di Non – 25 agosto 2006
Proponiamo questa settimana una magnifica escursione nella parte occidentale del Gruppo delle Maddalene in Val di Non, una tra le zone più “paradisiache” di tutta la catena, con la salita alla Punta di Quaira m 2752, la più alta della catena. Per altri percorsi sulle Maddalene vi rimandiamo alle escursioni precedenti, per una panoramica dei luoghi invece alle specifiche puntate di Girovagando.
Descrizione
Dalla splendida Valle di Bresimo si scollina il Passo Palù e ci si inoltra lungo l’ampio costone di Arzongla: con percorso libero tra pietraie si sale abbastanza facilmente Punta di Quaira (Karspitze) m 2752, grandioso punto panoramico a 360°. Si scende quindi lungo la dorsale ovest calando al Rifugio Stella Alpina poco sotto il Passo di Rabbi, con digressione al bellissimo Lago Corvo. Il percorso a bassa quota è abbastanza frequentato perché è facile e, partendo da Malga Bordolona m 1806, con dislivello modesto: ma in alto, sulle creste, non c’è praticamente nessuno: sui crinali di cima Quaira abbiamo incontrato in tutto il giorno solo un tedesco solitario, impegnato in un trekking e risalito dal nord dalla Valle di Montechiesa. Splendida la zona di Lago Corvo nei pressi del Rifugio Stella Alpina, coi suoi laghetti dalle acque cristalline.
Percorso
Da Livo (Val di Non) si imbocca la Valle di Bresimo e si risale la lunga strada forestale asfaltata che porta fino alla Malga Bordolona di Sotto m 1806, dove si posteggia. Si prende il sentiero 136 che taglia un po’ di tornanti della forestale (chiusa al traffico) che sale a Malga Bordolona di Sopra m 2084. Il paesaggio si apre con bella veduta dall’alto della Valle di Bresimo, con la sagoma del Monte Pin (escursione del 19/08/2005) che si staglia all’orizzonte verso est. Si abbandona il 136, che alla malga piega a nord verso il Passo di Alplaner, e si punta in direzione ovest con segnavia 133, verso il Passo Palù m 2412 tra Castel Pagano e Cima Tuatti, con vista entusiasmante sui dintorni. Ora inizia la parte di percorso “fai da te”, sulla carta non esistono sentieri ma noi ci arrangiamo come al solito: dal passo si piglia la dorsale sud che sale a Cima Tuatti seguendo tracce di sentiero che ben presto svaniscono quando si arriva alla base della cima, che si potrebbe risalire tra sfasciumi e roccette arrampicando però con passaggi di 1° grado. Noi però, almeno per oggi, non cerchiamo “rogne” e tagliamo per la pietraia attraversando la facile conca sassosa che conduce fin sotto la sella tra Cima Tuatti e Punta di Quaira. Risalita facilmente la sella, il più è fatto: in circa 15 minuti si risale il costone e si raggiunge un grandioso balcone panoramico praticamente pianeggiante. Punta di Quaira però è un poco più a nord ovest, seguendo la facile cresta che in pochi minuti porta fino alla cima vera e propria, segnata da un cumulo di pietre con pali in legno e la scritta “Karspitze” su un sasso. Inizia ora la lunga discesa verso il Rifugio Stella Alpina: la carta non è chiara come al solito e neppure i segni sul terreno. Dalla cima quindi si cala brevemente sul versante nord per tracce di sentiero (senza numero ma coi segni bianco-rosso) per circa 150 m di dislivello, quando si svolta decisamente verso ovest dove c’è una evidente pozza di un laghetto prosciugato. Di qui si intercetta il sentiero 12, che ricompare segnato qua e là e che con alcuni iniziali saliscendi cala poi finalmente ad un crocevia di sentieri, affacciandosi sul vallone che sale al Passo di Rabbi dove il sentiero 108 raggiunge in breve il Rifugio Stella Alpina m 2425. A circa 15 minuti di cammino si trovano i bellissimi Laghi Corvo, una serie di specchi d’acqua veramente stupendi.
Il ritorno
Il ritorno avviene per il percorso a bassa quota, facendo attenzione a non mancare il sentiero che rientra in costa: al crocevia bisogna ritornare brevemente sul sentiero n. 12 e, subito dopo, abbandonarlo per prendere il 135 che corre più in basso con un lungo traversone sui costoni di Arzongla, quindi fino al Passo Palù e ritorno a Malga Bordolona di Sotto.
testi e foto di
Alessandro Ghezzer
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