15 Luglio 2014
di: Alessandro Vaccari
Il Comune Libero di Grumes ha attivato negli ultimi anni molti progetti di riqualificazione del territorio, divenendo tra l’altro un esempio celebre di Città Slow.
Un progetto legato alla viticoltura ha visto il forte coinvolgimento della cantina Pojer e Sandri. Nel 2007 la cantina di Faedo ha infatti bonificato un vigneto abbandonato negli anni 50, posto a circa 800-900 metri, circondato da 50 ettari di bosco. Ha piantato viti interspecifiche: incroci ottenuti da attenti studi lunghi 80 anni tra Germania Francia e Russia e che risultano resistenti a molte delle più diffuse malattie della vite (peronospora e oidio). Il risultato è una vigna che non ha bisogno di alcun tipo di trattamento.
Zero funghicidi quindi e zero insetticidi, visto che l’unica tecnica utilizzata è quella della confusione sessuale. La lavorazione in cantina è altrettanto pulita ed evita totalmente solforosa, chiarificanti, antiossidanti.
Dal vitigno Solaris nasce così lo Zero Infinito, un vino dalle caratteristiche uniche, bianco frizzante, certificato biologico, che se vogliamo è un vino ancestrale, che ricorda i vini ruspanti che un tempo preparavano i contadini.
E’ proposto in bottiglie completamente trasparenti, con il tappo corona, e ciò che colpisce è la consistente presenza di lieviti, acidi organici e cremor tartaro sul fondo, che suggeriscono di assaggiare il vino in due modi diversi: lo si può scaraffare e tenere piuttosto “limpido” oppure agitare bene prima di aprirlo per degustarlo in versione torbida.
La scelta è poi soggettiva, alcuni apprezzano di più la versione torbida, più corposa (perché contiene i lieviti sciolti), altri la versione limpida, più leggera.
L’ultimo consiglio che arriva dai produttori è una vera prelibatezza: i lieviti residui, sul fondo della bottiglia, sono un’ottima base per la preparazione del risotto “con i fondi”!