Contenuto sponsorizzato:

Contenuto sponsorizzato:

24 Maggio 2017

Il Masetto Nero, un vino lungo 100 anni

di: Alessandro Vaccari

Contenuto sponsorizzato:

Contenuto sponsorizzato:

Nell’ultima puntata di Girovagando in Trentino ci siamo occupati della cantina Endrizzi di San Michele all’Adige.

Potremmo definirla una cantina di confine, data la posizione in territorio trentino ma praticamente confinante con l’Alto Adige.

Non è però solo una questione geografica, perché parliamo di una cantina che in molti aspetti sposa tratti locali e attenzione internazionale. Non è un caso, ad esempio, che la coppia che guida la cantina sia formata da Paolo Endrici, trentino di lontane origini della Val di Non e Christine, architetto di origini tedesche.

Con queste premesse è inevitabile che anche il prodotto principe della cantina porti in sé tratti locali ed internazionali.

Il Masetto è un vino la cui produzione è iniziata all’inizio del secolo, quando la cantina fu fondata da Francesco ed Angelo Endrici. A quei tempi, si produceva un vino, il Nero Masetto, che prendeva il nome dalla località dove tutt’oggi si trovano la cantina e gran parte dei vignati dell’azienda. Abbandonata la produzione nel secondo dopo guerra, Paolo, che rappresenta la quarta generazione della famiglia, ha voluto riscoprire circa vent’anni fa il vino trentino dei suoi avi: ne è nato un prodotto straordinario, forse poco conosciuto in regione, ma che diventa ottimo ambasciatore del Trentino sulle tavole estere, in particolari francesi, tedesche ma anche giapponesi.

Si tratta di una cuvée, cioè un prodotto ottenuto mescolando diversi vini, che raccoglie due vitigni internazionali, il Cabernet Sauvignon ed il Merlot, e due dei principali vitigni autoctoni locali, il Lagrein ed il Teroldego. Il risultato, che matura in botti barriques per qualche mese, è un vino rosso trentino che rispecchia la tradizione trentina pur portando in sé i sentori dei vitigni internazionali.

Il metodo di produzione è estremamente orientato alla salubrità del prodotto: Paolo e Christine credono infatti fermamente in uno stile di vita salubre, dove il cibo quotidiano, la gestione della casa e degli ambienti vitali, l’educazione dei figli e più in generale, la sensibilità ambientale, sono elementi concreti del loro modus vivendi. Questa convinzione ispira inevitabilmente da anni la loro filosofia di produzione: dove il vino viene intenso come il risultato ultimo di una serie di azioni agricole e creative per le quali è doveroso ridurre al minimo gli elementi estranei alla natura della bacca d’uva. Inerbimento del vigneto, lotta ai parassiti con nidi d’uccello e tecnica della confusione sessuale, assenza di trattamenti chimici di sintesi in campagna sono solo alcune delle azioni che contraddistinguono lo stile di produzione Endrizzi improntato alla salubrità del vino.

Consigliato per te:
AUTORE DEL POST:

Alessandro Vaccari

Partito dal mondo degli eventi, si dedica al coordinamento di enti del terzo settore, al giornalismo agri-turistico, all'organizzazione di progetti formativi, all'animazione territoriale con particolare riferimento a temi come la ruralità, il territorio e la sostenibilità (ambientale e sociale).

Speciali a tema:

Scopri gli approfondimenti di Girovagando!

In esclusiva tutte le escursioni

Dove andiamo domani?

Scoprile tutte!

Inverno 2022

Le migliori esperienze

Scopri di più