16 Agosto 2022
di: Girovagando in Trentino
La Sat, la Società degli Alpinisti Tridentini gestisce ben 34 rifugi sparsi per il Trentino a cui si aggiungono svariati bivacchi e diverse altre strutture che sono punto di riferimento indispensabile per la sicurezza e il ristoro degli alpinisti. Il suo “braccio operativo” è la commissione rifugi che si occupa del mantenimento e monitoraggio dell’efficienza di rifugi e bivacchi ma anche della progettazione annuale delle ristrutturazioni e dei relativi piani di lavori. Non solo, perché la stessa commissione mantiene i rapporti con le istituzioni, organizza incontri periodici con i gestori e segue l’organizzazione degli ispettori.
Il presidente della commissione rifugi è Sandro Magnoni: “I problemi che si possono trovare in un rifugio sono svariati, certi ospiti che arrivano pensano di andare in un albergo e tendono a dare tutto per scontato ma qui si deve fare i conti con l’approvvigionamento idrico, di materiali, energetico e delle derrate alimentari. È come vivere in un’unica casa tutte le problematiche di una città”.
Alcuni rifugi, tipo quelli a bassa quota, soffrono meno queste difficoltà ma altri come il rifugio Segantini devono convivere con questi problemi. Il rifugio Segantini si trova sul gruppo Presanella a 2373 metri di quota e può contare su 48 posti letto in camerette e camere con un massimo di 8 letti. Questa è un’eccellente base di partenza e arrivo per escursioni e salite alla scoperta delle bellissime cime, laghetti, valli che circondano la struttura.
“In questo momento ci stiamo concentrando sul rinnovamento energetico dei rifugi – riprende Magnoni – dove possibile puntiamo sulle centrali idroelettriche. Fra questi anche il rifugio Segantini, che grazie a un nuovo progetto potrebbe eliminare il consumo energetico da fonti fossili”.
Come già accennato un problema che è cresciuto con il passare degli anni è quello dell’approvvigionamento idrico. Quest’anno con la mancanza di neve molte strutture sono andate in difficoltà. “Per affrontare questo problema stiamo portando più accumuli d’acqua in quota e creiamo depositi d’acqua più capienti in quasi tutti i rifugi”.
Carmela Caola è invece la gestrice del rifugio Segantini. “Qui non ci sono le comodità che si trovano in città ma è proprio questo che lo rende un posto speciale”. Caola gestisce l’attività con parte della famiglia, una squadra di cui va molto orgogliosa. “Le montagne ci accomunano con la Sat – dice Romano Stefani direttore commerciale di Dolomiti Energia – perché la maggior parte dell’energia è legata alle risorse idriche in quota. Rendere i rifugi indipendenti dalle fonti fossili è uno dei nostri obiettivi”.