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3 Giugno 2014

Dal Brenta, buone nuove: riapre il rifugio Sat Agostini

di: Alessandro Vaccari

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L’inverno appena trascorso ha raggiunto quote record per la quantità di neve caduta. Si è trattato, di fatto, di un lungo e piovoso autunno con miti temperature ed abbondanti precipitazioni. Se in fondo valle ciò ha significato una stagione molto piovosa, in quota queste condizioni hanno favorito numerose nevicate di portata eccezionale.

Purtroppo, come natura vuole, dopo eccezionali precipitazioni si sono registrati i danni causati dal maltempo. Una valanga sul Cauriol. Due malghe travolte in Val Daone. Una seggiovia danneggiata al Gardonè, in val di Fiemme. Numerosi smottamenti in tutta la regione. Un rifugio d’alta quota gravemente danneggiato: il Rifugio Silvio Agostini, in cima alla Val d’Ambiez, nel cuore del Brenta.

La famiglia Cornella gestisce questo rifugio, di proprietà della SAT, dal 1976. Prima il papà Ignazio, poi il figlio Roberto con la famiglia. 2.410 metri di quota, in cima ad una delle valli più conosciute del gruppo delle Dolomiti di Brenta.

Nonostante siano qui da quasi quarant’anni, nessuno dei Cornella ricorda accadimenti cosi tragici in questa zona. Una valanga si è portata via un piano del rifugio. Salendo in elicottero, impressiona un po’ vedere un materasso catapultato dalla neve a qualche centinaio di metri dal rifugio. Cosi come un pezzo di lamiera del tetto, che si scorge più in basso.

Il danno, scoperto il 25 febbraio, risale probabilmente al periodo di fine gennaio, quando le condizioni meteo erano davvero proibitive. Si è trattato di una valanga di tipo polveroso, quando nubi e vento alzano quantità di neve fresca e polverosa creando vortici alti 50 o 100 metri. Eventi rari dalle nostre parti.

Ma con pieno spirito della gente di montagna, la Sat ed i gestori si sono subito messi in moto: numerose giornate a spalare neve ed a liberare l’interno del rifugio dai detriti con una quindicina di volontari. A seguire, la riparazione del tetto al piano superiore, il rinforzo della struttura interna, la messa in sicurezza e l’isolamento con la guina per evitare infiltrazioni.

E’ ancora parzialmente un cantiere, ma il rifugio Agostini riaprirà attorno al venti giugno, con quaranta posti letto disponibili, anziché gli abituali cinquantasei.

Al rifugio si accede dal fondovalle, per il segnavia Sat 325 da loc. Baesa, poco dopo San Lorenzo in Banale, in circa 4:30 h di cammino. L’alternativa, un passaggio sul taxi jeep fino al Rifugio Cacciatore, da cui l’Agostini dista circa 1:20 h di cammino.

Dal rifugio, innumerevoli sono le possibilità: la ferrata Brentari (segnavia 358) ed il sentiero Palmieri (segnavia 320) portano al rifugio Tosa-Pedrotti. La ferrata Castiglioni (segnavia 321) ed il sentiero dell’Ideale (segnavia 304) vanno verso il rifugio XII Apostoli. Oltre alle innumerevoli ascese in scalata che si possono fare da queste parti, prima fra tutte la Cima Tosa.

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AUTORE DEL POST:

Alessandro Vaccari

Partito dal mondo degli eventi, si dedica al coordinamento di enti del terzo settore, al giornalismo agri-turistico, all'organizzazione di progetti formativi, all'animazione territoriale con particolare riferimento a temi come la ruralità, il territorio e la sostenibilità (ambientale e sociale).

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