Il Monte Stivo, tra le montagne del basso Trentino è certamente una delle più spettacolari e panoramiche. La salita alla vetta non è impegnativa (il dislivello è inferiore ai 1000), e varia dalla 2-2,50 ore di cammino, secondo il percorso.
Facilmente accessibile dal versante di Arco, dal rifugio Monte Velo o dal Passo Bordàla, lo Stivo costituisce anche un’interessante meta scialpinistica; l’itinerario da seguire è quello che sale da malga Campo lungo il sentiero estivo, toccando La Bassa 1684 m. e proseguendo in cresta fino al rifugio e alla cima. A sottolineare questa valenza invernale dello Stivo, la Sezione S.A.T. di Arco organizza nel mese di marzo un Raduno scialpinistico. Un percorso estivo molto interessante è invece quello che dallo Stivo, con un itinerario sempre in cresta, raggiunge le Tre Cime del Bondone, seguendo la dorsale tra la Valle dell’Adige e la Valle del Sarca.
Gli accessi che descriviamo sono principalmente tre, quasi sempre percorribili anche l’inverno: dal Passo Bordàla m. 1253, per stradina e quindi sentiero 623 che passa dalla Cima Bassa m. 1684, e 617 dalla Bocchetta dello Stivo m. 1680 – ore 2.15.
Dal Passo S. Barbara m. 1175 al pianoro di S. Antonio (ove si può giungere in auto) m. 1220 indi per sentiero 608 (che proviene dalla Capanna dell’Alpino al Monte Velo m. 1020) che tocca malga Stivo m. 1768 – ore 2. Da Malga Campo di Drena m. 1379 (strada dalla Val di Cavedine), sentiero 623 fino a Cima Bassa m. 1684, indi sentiero 617 – ore 2.30. La cartina consigliata è la Kompass 687 in scala 1.25.000
La vetta dello Stivo è una meta piuttosto frequentata grazie anche al rifugio aperto spesso nei week- end durante l’inverno. Tutti i percorsi proposti sono abbastanza facili e non presentano particolari difficoltà: è necessario avere solo una discreta “gamba” in grado di reggere 2-3 ore di salita e un dislivello di circa 800 metri.
Anche dopo copiose nevicate c’è quasi sempre una traccia evidente che sale da S.Barbara, aperta dai numerosi appassionati scialpinisti. Con la sua posizione geografica ed i 2059 metri di quota, il Monte Stivo è un eccezionale punto panoramico affacciato sul Lago di Garda e la Vallagarina. Dalla cima la vista spazia sulla Catena del Lagorai, sul Pasubio e sulle Piccole Dolomiti ad est, il gruppo del Monte Baldo a sud, le Alpi di Ledro a sud-ovest, i ghiacciai dell’Adamello, del Carè Alto e della Presanella a nord-ovest, le Dolomiti di Brenta a nord.
Una singolare particolarità: nelle giornate limpide la vista può abbracciare in appena 70 km uno dei più grandiosi dislivelli della regione: dai 64 metri del Lago di Garda fino alla vetta dell’Ortles a metri 3905! Ampie tracce di trinceramenti e fortificazioni austroungariche ed italiane della Grande Guerra si possono osservare un po’ ovunque sul Monte Stivo, che faceva parte del grandioso sistema fortificato dell’Alto Garda.
Giro ad anello molto bello, vario e panoramico: comprende la vetta dello Stivo e si sviluppa principalmente sul versante nord. Nessuna difficoltà, a parte l’itinerario un po’ articolato che impone di sapere usare bene l’immancabile cartina.
Due km ad est dell’abitato di Drena, lungo la strada provinciale, presso Casa del Luch una strada stretta ma asfaltata di circa 5 km sale verso nord per Malga Campo di Drena m 1379, dove si lascia l’auto. Si raggiunge brevemente, 300 metri verso nord, la soprastante Malga Campo di Arco, quindi per segnavia 623 si sale per bel bosco rado.
Dopo qualche zig zag il sentiero punta verso nord-est quindi gira decisamente verso sud in un lungo diagonale nel bosco che sbuca nella grande insellatura La Bassa m 1684. Qui il sentiero diventa 617 fin sotto il costone finale che porta alla vetta: qui si biforca con il 617 bis che sale ripido lungo il crinale, mentre il 617 procede in costa verso nord ovest aggirando la vetta e, raggiunta la spalla nord, arriva al Rifugio Prospero Marchetti m 2012. Noi di solito preferiamo salire per il 617 bis perché più breve e panoramico. Inizia il ritorno: dalla cima si scende al rifugio e quindi per segnavia 608 in direzione di Malga Stivo.
Qui bisogna fare un po’ di attenzione perché la segnaletica è un po’ vaga. Si deve prendere come riferimento visivo la teleferica del rifugio: nei pressi della partenza in basso, poco distante dalla malga a circa 1700 metri di quota, parte infatti il panoramico sentiero 666 bis che procede in costa, quasi pianeggiante, verso nord, attraversando l’ampio vallone di Val Mola. Dopo 2 km scarsi si raggiunge lo spallone con una radura detta Mandrie Alte, con spettacolosa vista sulla Valle dei Laghi e sul Gruppo di Brenta. Qui il sentiero si biforca con il 666 che gira verso nord-est e ritorna sul versante nord dello Stivo. Noi invece scendiamo decisi per il 666 bis, in direzione della visibile Malga Vallestré a nord.
Il sentiero cala gradualmente per bel bosco di larici fino ad incrociare la strada che scende ripidamente a Malga Campo, nei pressi di un cancello in legno e di un grande crocifisso in loc. Scaletta. Si scende lungo un tratto di strada cementato, prestare attenzione al bivio successivo al primo tornante: bisogna scendere a sinistra! (la strada di destra si inoltra lungamente in costa e poi termina). Dopo un altro tornante in poco meno di 2 km si raggiunge Malga Campo di Drena, dove abbiamo lasciato l’auto.
Primo itinerario – Passo S. Barbara
Secondo itinerario – Passo Bordala
testi e foto di Alessandro Ghezzer
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