Grandiosi panorami dalla più alta vetta delle Cime di Vigo in Val di Non – 30/03/06
Completiamo le gite sulla Catena della Mendola – Cime di Vigo con una lunga ma facile escursione alla super panoramica vetta di Roccapiana. E’ la cima più alta della parte meridionale della catena: seppur di altezza modesta (1873 metri), offre un colpo d’occhio a 360° entusiasmante, con una vista grandiosa sulla Valle di Non e sulla Val D’Adige.
Descrizione
Itinerario lungo ma abbastanza facile, agevolato dalla Funivia di Monte di Mezzocorona che allevia il dislivello di ben 650 metri. La prima parte del percorso non presenta alcuna difficoltà e si svolge su strada forestale che sale gradualmente i 320 metri di dislivello fino alla bella radura di Malga Kraun (1 ora e mezza). Fin qui è un percorso ideale anche in ciaspole. Da Malga Kraun però il sentiero si impenna ripidissimo lungo i selvaggi valloni di Roccapiana fino alla vetta (1 ora e 45 min dalla malga, per 650 mt di dislivello). Alla bella e ridente località di Monte abbiamo dedicato la puntata del 29 maggio 2004. Da ricordare infine che Monte può essere raggiunto tramite il ripido sentiero S. Antonio (si prende dalla stazione di partenza della funivia), con segnavia 501, oppure risalendo qualche chilometro verso ovest la spettacolare forra del Burrone Giovannelli, una via attrezzata che ci proponiamo di documentare in una delle prossime escursioni. Per gli appassionati di gastronomia, da non perdere infine un assaggio del famoso tortel di patate dell’albergo-ristorante Ai Spiazzi.
Percorso
Da Mezzocorona si prende la microscopica ma ardita funivia (info orari) che in un balzo a campata unica supera in pochi minuti i circa 700 metri di dislivello. I masochisti potranno partire direttamente dal fondovalle, sciroppandosi 1 ora e mezza di cammino supplementare. Appena usciti dalla stazione di arrivo ci si tiene sulla destra seguendo l’indicazione dei cartelli per Malga Kraun (m 1222), con segnavia 507. Non c’è nessun problema di orientamento, basta seguire la strada forestale e in ogni caso ci sono cartelli ad ogni bivio. L’itinerario percorre in costa dei selvaggi valloni incisi da profonde forre: la pendenza è modesta con tratti quasi pianeggianti che attraversano bei boschetti di faggio, carpino e abete bianco. In circa un’ora e mezza, dopo aver superato un profondo vallone, si raggiunge la bella e ampia radura di Malga Kraun, che di recente ha subìto una (discutibile) ristrutturazione. Ora inizia la parte “tosta” della nostra gita: la tabella nei pressi della malga dice “Roccapiana 1 ora e 45 min”, per un dislivello è di circa 600 metri. Dalla malga verso ovest si intravede la forestale poco a monte, che si inerpica in costa con un rude strappo. Ma dura poco perché dopo circa 1 km un cartello con la dicitura Roccapiana – Malga Bodrina ci indica di abbandonare la forestale per il sentiero 518 che inizia a salire zigzagando in una boscaglia abbastanza ariosa di faggi e carpini. Attenzione con la neve e senza una traccia che indichi il percorso l’orientamento è difficoltoso poiché i segni bianco-rosso lungo il sentiero sono piuttosto radi. Si risalgono valli e valloncelli guadagnando rapidamente quota: si può esservare la vegetazione tipica dell’ambiente termofilo (che ama il caldo): orniello, carpino nero, pino silvestre con sottobosco di erica erbacea e ginestra. Man mano che si sale la boscaglia cede il passo a maestosi esemplari di pino silvestre. Il paesaggio inizia a farsi grandioso, verso est possiamo vedere la lunga Catena del Lagorai ancora carico di neve svettare all’orizzonte. Il sentiero sale ripido con molti zig zag traversando valloni selvaggi e dirupati, in basso possiamo ora vedere la Val D’Adige. Si arriva ad un pianetto panoramico, assai utile per fare una sosta e rifiatare. Il sentiero prosegue ora verso nord traversando un valloncello, quindi riprende a salire assai ripido con tornanti tra ad alte piante di mugo, quindi dentro a un canalino superando sulla destra un cocuzzolo roccioso: Il Monte Cuc. Una curiosità: il complesso Monte Cuc-Roccapiana-Cima D’Arza è chiamato anche La Forcola (forchetta) ed è considerato dai locali un ottimo “previsore meteorologico”: quando una nuvola vi si “impiglia” il brutto tempo è assicurato. Oltrepassiamo il Monte Cuc e guadagnamo faticosamente (nella trincea del sentiero tra i mughi si sprofonda fino alla cintola nelle neve) la spalla est fino alla cima dove sorge una grande croce in ferro alta dieci metri. La vista è assolutamente grandiosa: arrivando sulla cima ci si sorprende dei versanti nord ed ovest davvero strapiombanti, mentre un ampio spallone (attualmente impraticabile per la neve) prosegue verso sud-ovest (cartelli con direzione di Malga Bodrina). Il panorama a 360° è davvero eccezionale: oltre alla Val D’Adige e alla Val di Non si vedono i Gruppi dell’Ortles-Cevedale, il Gruppo di Brenta, verso sud la Paganella, il Bondone, la Marzola e la Vigolana, la Catena del Lagorai, il Latemar, le Dolomiti, la Catena delle Maddalene e naturalmente, verso nord, la Catena della Mendola fino al Roen. L’itinerario per il ritorno è lo stesso dell’andata.
testi e foto di
Alessandro Ghezzer
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