Lo Zufallspitze di 3757 metri è, dopo il Vioz, uno dei “quasi 4000” più facili per l’escursionista di una certa esperienza. L’esposizione a sud del versante di salita permette di evitare il ghiacciaio.
Lo Zufallspitze o Zufall è considerato come la vetta “gemella” del Cevedale, di soli 12 metri inferiore e da da cui dista circa 750 metri in linea d’aria. La via di salita normale per dorsale SE è abbastanza facile, anche se non banale, con qualche breve tratto esposto. Nell’ultimo tratto si percorrono delle placconate di roccia inclinate, con passaggi di 1° grado, che richiedono attenzione.
Normalmente in tarda estate e fino ai primi di settembre la via è pulita dalla neve e non occorrono ramponi anche se è consigliabile averli con sé per la possibile presenza di tratti innevati o ghiacciati. Qui proponiamo la salita direttamente da Malga Mare m 2031, ma si può alleggerire il percorso spezzandolo in una giornata e mezza, ovvero pernottando al rif. Larcher m 2604 il primo giorno (circa 2 ore da Malga Mare).
La difficoltà maggiore di questa entusiasmante ascensione, riservata comunque ad escursionisti esperti, è ovviamente rappresentata dall’alta quota, per cui è sono necessari un’ottima forma fisica e adeguato allenamento, passo sicuro e assenza di vertigini.
Dalla Val di Pejo (vedi mappa) si sale fino al parcheggio della Centrale Enel m 1950 sotto Malga Mare. Con il sentiero 102, per belle balze si raggiunge il Pian Venezia e quindi senza difficoltà al Rifugio Larcher m 2604. Di qui in circa h. 1.30 per facile sentiero si arriva al Passo Forcola 3032. Ora inizia il “difficile”: si abbandona il sentiero ufficiale e ci si mantiene sulla cresta verso ovest, segnata con ometti qui e là, cercando il passaggio meno ostico tra rocce e roccioni. In alcuni tratti è necessario affrontare brevi passaggi di 1° grado.
Si prosegue per circa 1,5 km, con tratti facili e altri più impegnativi ma comunque con poca pendenza, fino al primo strappo presso una forcella: un costone ripido di circa 200 metri di dislivello, che rimonta la dorsale laddove piega verso nord. Niente di particolarmente impegnativo, basta prestare attenzione agli ometti e trovare la linea di salita più semplice tra sfasciumi e rocce. A circa 3400 metri la dorsale diventa più ampia e facile, anche se non mancano alcuni brevi passaggi obbligati a ridosso del baratro sulla Vedretta della Forcola.
Verso ovest invece ci sono le impressionanti crepacciate delle vedrette a sud del Cevedale. A quota 3500 metri la dorsale rocciosa si interrompe: ora si deve attraversare un piccolo tratto di ghiacciaio in piano, circa 200 metri, senza difficoltà, basta seguire la traccia pianeggiante.
Segue un tratto roccioso più ripido che rimonta la dorsale sud est finale, con delle placconate rocciose inclinate verso il ghiacciaio che vanno affrontate con attenzione: questo è forse il tratto più impegnativo, con passaggi di arrampicata di 1° grado e passaggi obbligati per cresta talvolta affilata, con discreti strapiombi ai lati. Nulla di particolarmente difficile però è necessario passo sicuro, attenzione e lucidità che, a queste quote e con la fatica della salita, non sono sempre così scontati. Un ultimo tratto roccioso più ripido conduce infine all’angusta cima Zufallspitzen m 3757, con grossa croce in ferro.
Immenso il panorama: poco distante la piramide del Cevedale, che sembra davvero lì ad un passo, e tutt’intorno i grandi ghiacciai, verso NE i colossi di Ortles e Gran Zebrù, a SO il Palon de la Mare e il colosso del Vioz. Nota: dallo Zufall è possibile anche la traversata al Cevedale per la relativa dorsale. Tuttavia il ritiro del ghiacciaio negli anni recenti ha reso questo tratto in cresta molto insidioso con crepacci e tratti esposti, per cui è consigliabile in questo caso procedere in cordata ed essere attrezzati con piccozza e ramponi.
Il dislivello complessivo è di m 1900 per uno sviluppo di circa 20 km. Il tempo di salita è di circa 6-8 ore da Malga Mare. Al rifugio Larcher esiste un locale bivacco sempre aperto. La discesa avviene per le medesima via di salita.
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testi e foto di Alessandro Ghezzer
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