26 Dicembre 2013
di: Alessandro Vaccari
“Si racconta che fosse Stradivari in persona ad aggirarsi nella foresta di Paneveggio alla ricerca degli alberi più idonei alla costruzione dei suoi violini: abeti rossi plurisecolari il cui legno, grazie alla sua particolare capacità di “risonanza”, forniva la materia prima ideale per la costruzione delle casse armoniche.”
Nella filiera del legno trentino, un posto importante lo occupa appunto il legno di risonanza, destinato alla costruzione delle casse di risonanza di molti strumenti musicali.
Pur essendo diffusi in numerose zone dell’arco alpino, gli abeti rossi della foresta demaniale di Paneveggio vengono tutt’ora selezionati per le loro qualità sonore. E’ una tradizione ormai secolare nella zona della val di Fiemme e ci sono boscaioli che dedicano tempo ed attenzione alla ricerca di piante da cui poter ricavare legno di risonanza.
Non è semplice riconoscerle: le piante, sempre abeti rossi, devono avere una qualità sopraffina. Una volta tagliate, generalmente in luna calante, vengono selezionate in base agli anelli di crescita, che dovrebbero essere molto sottili e perfettamente concentrici, con scarsa presenza di nodi.
Il legno viene ricavato da tronchi che crescono generalmente tra i 1400 mt e i 2000 mt di altitudine. Devono avere almeno 50-60 centimetri di diametro, che equivale ad un’età di circa 150 anni.
Una volta scortecciati, per la lavorazione si utilizzerà poi solo la parte esterna del tronco, i primi 10/15 cm circa della circonferenza esterna.
Esiste ancora un mercato di riferimento, seppur di nicchia, per cui gli abeti rossi trentini vengono lavorati sia da alcuni artigiani in valle, sia a Cremona, culla della tradizione liutaia, per arrivare fino in Giappone, paese leader nella costruzione di casse di risonanza per strumenti musicali.