21 Luglio 2018
di: Alessandro Vaccari
Si tratta di un antico mulino riportato in vita come testimonianza non solo dell’operoso lavoro dei molini di un tempo ma come vero e proprio museo di una casa contadina. Comprende infatti all’esterno due ruote mosse dalla forza dell’acqua, mentre al suo interno presenta: sala della molitura, corte, stalla, cantina, appartamento con suppellettili, stube, stanza da letto, cucina e disbrigo. Costituisce uno degli ormai pochissimi esempi di mulino ad acqua funzionante nel nord Italia. L’aspetto esterno del mulino conserva le tradizionali caratteristiche di questo tipo di edifici: centro focale è la grande ruota in legno, collegata a canali che, dal torrente Rabbiés, portano l’acqua fino a qui. Sulle pareti esterne, completamente in pietra, si aprono due ingressi: uno che porta alle macine e agli ingranaggi del mulino, l’altro alla cantina e alle stalle.
A lato del secondo ingresso vi è inoltre una scala che porta alle vecchie camere da letto, alla cucina e alla nuova stanza di accoglienza per i visitatori. In facciata, inoltre, è posto un affresco raffigurante la Madonna di Caravaggio e Santa Caterina d’Alessandria, patrona dei mugnai. L’intero mulino, dopo i restauri, ha assunto l’aspetto e la funzione di museo e, pertanto, sono presenti un ambiente di partenza e un percorso di visita appositamente pensato e segnalato.
L’allestimento propone al visitatore una sorta di luogo della memoria in cui viene presentata una panoramica generale sulla società rurale e sull’economia contadina della Val di Rabbi, dalla particolare ottica dell’attività che nel mulino si svolgeva, attraverso l’esposizione di oggetti quotidiani, riducendo al minimo i supporti mediatici e con il sottofondo verbale dei commenti recitati dal locale gruppo di teatro.