15 Maggio 2022
di: Girovagando in Trentino
La Sat, la Società degli alpinisti tridentini, venne fondata a Madonna di Campiglio il 2 settembre 1872. I soci fondatori volevano promuovere la conoscenza delle montagne trentine e lo sviluppo turistico delle vallate. Come? Attraverso la costruzione di rifugi, la realizzazione di sentieri, i finanziamenti agli albergatori, l’organizzazione delle guide alpine, l’ascensione di cime e la pubblicazione di scritti geografici e alpinistici. Oggi, a 150 anni di distanza è la custode delle montagne trentine.
Un modo per vegliare sulle cime è quello di mantenere percorribili i sentieri con la manutenzione. Talvolta però il compito diventa più arduo. Come spiega, Tarcisio Deflorian, coordinatore della Commissione sentieri della Sat, per il sentiero sentiero 309, che dal comune di Vetriolo porta sulla cima della Panarotta, l’associazione è stata chiamata a fare un lavoro straordinario.
Solitamente i gruppi della Sat intervengono per effettuare delle manutenzioni ordinarie ma il
sentiero in questione è stato distrutto dalla tempesta Vaia, l’evento meteorologico che nel 2018 si abbatté sul Nordest italiano spazzando via più di 3 milioni di alberi e provocando ingenti danni e purtroppo anche alcune vittime.
“Con il gruppo di intervento segnaletica della Sat e dalla commissione sentieri e con alcuni soci della sezione locale di Levico Terme stiamo ripristinando il fondo del sentiero”, racconta Deflorian. Il vecchio tracciato infatti era irrecuperabile. Così oltre a rifare il fondo del sentiero gli associati hanno ripristinato la segnaletica convenzionale per indirizzare gli escursionisti sul nuovo tracciato che li accompagnerà fino in cima alla Panarotta.
Laddove una volta c’era un bosco la furia della tempesta Vaia ha spazzato via tutto, facendo piazza pulita sia della vegetazione che del sentiero. Ora il bosco dovrà essere ricostituito, in questo caso a occuparsene sarà la forestale attraverso una serie di piantumazioni.
I lavori per il ripristino del sentiero sono effettuati invece da volontari che si adoperano in favore della collettività. Un gruppo formato da pensionati ma anche da giovani volontari. “L’unione fa la forza”, osserva Deflorian. C’è pure chi sta facendo il Servizio civile e oltre al lavoro d’ufficio sale in montagna per “sporcarsi le mani” assieme a tutti gli altri. “Uniamo l’utile al dilettevole, soprattutto per chi ama la montagna”, conclude Mariacarla Failo del Consiglio centrale della Sat.