3 Novembre 2014
di: Alessandro Vaccari
Fino ad aprile 2015, il Museo dell’Aereonautica Caproni di Mattarello ospita una mostra temporanea dedicata alla vita di Francesco Baracca. Un’esposizione affascinante dove si trovano esposti i diversi mondi dove egli lasciò un segno indelebile: la cavalleria, l’aviazione e le automobili.
La vita di Francesco Baracco intreccia infatti mondi molto diversi tra loro.
Baracca nasce a Lugo di Romagna nel 1888 e ben presto decide di intraprendere la carriera militare, ottenendo l’incarico di sottotenente dell’Arma di Cavalleria del Regio Esercito all’Accademia Militare di Modena.
Dal mondo della cavalleria impara l’arte del rispetto e dell’onore verso il nemico, valori che rispetterà sempre distinguendosi, per quanto possibile, per l’onestà e l’eleganza anche durante la Grande Guerra.
Prende parte ai combattimenti non come cavaliere, ma come pilota d’aereo. Nel 1907 infatti, affascinato da un’esercitazione aeronautica, decide di entrare in aviazione e consegue il brevetto di pilota a Parigi nel 1912. Da qui in poi Francesco Baracca si distingue per la straordinaria abilità nel pilotare gli aerei. È il pilota di punta dell’aviazione, gli vengono attribuite 34 vittorie, in una sorta di “duello” aereo che tanto ricorda i duelli tra cavalieri ai tempi medioevali. Si distingue spesso per gesti cavallereschi, come in occasione della sua prima vittoria dopo la quale, a terra, incontra il pilota nemico sconfitto e gli stringe la mano. Sosteneva infatti che “è all’apparecchio che io miro, non all’uomo”. Baracca morirà nel giugno 1918, abbattuto degli austro ungarici, dopo aver conseguito la medaglia d’oro al valor militare come asso dell’aviazione italiana.
Ma l’aneddoto più curioso di Baracca è forse legato ad un episodio accaduto dopo la sua morte.
L’aviatore di Lugo aveva l’usanza di porre un Cavallino rampante come logo personale sui suoi aerei, dipinto sulla carlinga. Non è chiaro quale fosse l’origine, forse una dedica alla sua antica appartenenza alla Cavalleria, o forse un omaggio alla città di Stoccarda sopra la quale aveva abbattuto il suo quinto aereo. Fatto sta che il cavallino rampante divenne il simbolo di Baracca . Nel 1923 la madre di Baracca decise di regalare il marchio del figlio ad un giovane pilota di automobili: Enzo Ferrari. Egli usò il marchio sull’Alfa Romeo con cui correva le gare e poi, quando fondò la casa costruttrice, lo trasformò nel simbolo delle macchine Ferrari.