18 Maggio 2017
di: Alessandro Vaccari
Alle gallerie di Piedicastello è in corso fino al 26 giugno la mostra “Sottoterra: il lavoro dei minatori trentini in Belgio e l’opera di Calisto Peretti”.
Una mostra che se vogliamo rinnova il dibattito attorno ad un tema di grande attualità: l’emigrazione. In questo caso i protagonisti furono tanti trentini nell’immediato secondo dopoguerra: lasciavano l’Italia, la disoccupazione, la miseria, andavano verso il Belgio con la ricostruzione, i programmi industriali e la necessità di manodopera.
Da queste opposte esigenze nacque il cosiddetto accordo “uomo-carbone”, che già dal 1946 diede il via ai flussi migratori dall’Italia e dal Trentino verso il paese carbonifero.
La mostra “Sottoterra: il lavoro dei minatori trentini in Belgio e l’opera di Calisto Peretti” racconta i principali aspetti della drammatica vita in miniera di cui migliaia di emigrati, trentini ed italiani, furono protagonisti in Belgio
Grazie a ricca ed eterogenea documentazione fotografica e filmica, a testimonianze dirette, ai preziosi oggetti provenienti dal Museo di Blegny-Mine, oltre che alla ricostruzione sonora e visiva di ambientazioni tipiche del lavoro in miniera, il visitatore vive un’esperienza non solo intellettuale ma anche sensoriale dal forte impatto emotivo.
Congiungono e valorizzano le sezioni dell’esposizione le opere di Calisto Peretti, artista belga di origini italiane, che dedicò parte della propria vastissima produzione alle agghiaccianti condizioni di lavoro e di vita dei minatori negli anni della grande affluenza da tutta Europa verso i principali centri minerari della regione.
Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Museo storico del Trentino attraverso il Centro di documentazione sulla storia dell’emigrazione trentina con il supporto dell’Ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento e la collaborazione del Museo di Blegny-Mine.