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15 Dicembre 2019

Vivibilità e paesaggio come spazio di vita, a Pellizzano con Ugo Morelli.

di: Alessio Migazzi

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Una serata incentrata sul paesaggio, in Val di Sole, non può prescindere dall’apprezzare il contesto naturalistico che fa da cornice a questa splendida valle alpina e proprio da qui e dalla necessità di preservare questa specialità ed autenticità nasce l’esigenza di confrontarsi ed approfondire questi temi a partire dalla sostenibilità che, oltre ad essere necessaria ed urgente, diventa anche conveniente per noi e per i posteri. E poi la sostenibilità come valore da preservare e tramandare, insegnare a scuola ad ogni livello ed in ogni percorso di studio.

Paesaggio è poi responsabilità, come ben introduce una frase di Andrea Zanzotto riportata nel libro di Morelli “Mente e paesaggio” e che recita “Tutto ciò che è umano mi riguarda”, un vero e proprio invito alla responsabilità ed a farsi carico di una buona gestione del paesaggio e di chi lo popola.

Altro tema molto importante è quello delle trasformazioni ambientali. Evoluzioni o, meglio,  involuzioni che impattano sul nostro quotidiano mentre è chiaro che c’è sempre meno disponibilità da parte del singolo di prenderne atto puntando invece ad una tenuta stagna del status quo.

Ma l’interrogativo che emerge dal dibattito è sempre quello che più tocca direttamente il singolo ovvero l’impatto delle trasformazioni ambientali sul quotidiano delle persone, tragedie che intaccano patrimoni e  sforzi di una vita e solo in quel momento vengono materializzate come reali temi da affrontare e questo ad ogni livello, dal singolo che subisce il danno da grandine al potente di turno che sia accorge del clima che cambia solo in occasione di eventi calamitosi e spesso neanche questi sono sufficienti ad impostare politiche interne di sostenibilità.

Gli ultimi due temi trattati, entrambi profondi e collegati tra loro: educazione e tradizioni. Il primo come stimolo a tirare fuori il meglio di noi per far fronte al presente attraverso il dialogo, la ricerca ed impostando connessioni nuove e rapporti nel segno della crescita collettiva.

Tradizioni invece come stimolo per l’innovazione, in fondo le tradizioni sono innovazioni che hanno funzionato e come tali si sono consolidate nel tempo. Tradizioni che possono e devono diventare la base per una crescita culturale diffusa puntando alla felicità del singolo per una crescita collettiva, al vivere i propri luoghi di origine, seppur periferici, come un’opportunità e non come un limite.

Più che una serata, quella di ieri è stata un’esortazione, un canto alla responsabilità ed all’orgoglio di abitare una terra tanto bella quanto fragile, un momento di condivisione e di comunità tanto apprezzato da chi vi ha partecipato quanto necessario per ognuno di noi.

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AUTORE DEL POST:

Alessio Migazzi

Appassionato di management e strategia d’impresa, ha lavorato prevalentemente nel campo della comunicazione come project & marketing manager sia come responsabile di produzione di format tv, settore che tutt’ora segue con grande interesse.

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