15 Aprile 2022
di: Girovagando in Trentino
Era il 1926 quando nel Basso Sarca nacque l’Associazione Agraria Riva del Garda, un’organizzazione che si poneva l’obiettivo di promuovere e sostenere l’agricoltura della zona. Alcuni anni più tardi, nel 1957, venne fondata la Cantina mentre nel ‘65 entrò in funzione il Frantoio. L’Associazione nel corso degli anni ha avuto una grande crescita tanto che nel 2000 si è trasformata in una società cooperativa che oggi è composta da circa 300 soci.
Nonostante la rapida espansione l’areale naturale della cooperativa è sempre rimasto quello dell’Alto Garda, in Trentino. L’asso nella manica dell’Agraria Riva del Garda è sicuramente il clima, mitigato dal lago che permette a uve e olive di maturare in maniera perfetta. “I nostri vitigni – spiega Massimo Fia, direttore dell’Agraria Riva del Garda – vanno dagli 80 metri sul livello del mare, dove facciamo dei vini rossi importanti come Merlot e Cabernet, fino alle zone di Tenno, Nago e Drena dove ci sono i vini bianchi aromatici, Muller e Traminer, ma anche Pinot neri”.
Ovviamente pure la coltivazione dell’oliva beneficia della presenza del lago di Garda, non è un caso che questa sia la zona più a nord del mondo dove si pratica con successo questa attività. Nell’Alto Garda esiste la varietà di oliva Casaliva, portata ancora dai Romani 2.000 anni fa, da cui si ricava un olio piccante e amaro, ma con un gusto del tutto particolare che si distingue dagli altri prodotti.
Per restare sempre al passo con i tempi, la cooperativa investe molte risorse anche nella ricerca facendosi pioniera nell’utilizzo di tecnologie innovative in grado di adattarsi al contesto locale. Il tutto tenendo ben a mente quelli che sono gli obiettivi da perseguire: elevare la qualità dei prodotti conferiti, salvaguardare le risorse e trovare soluzioni maggiormente ecocompatibili.
“Nel nostro frantoio non si butta via nulla – osserva Fia – visto che l’olio rappresenta il 12-15% del peso dell’oliva il resto viene recuperato”. Così, nel segno dell’economia circolare, l’acqua diventa un concentrato fenolico, il nocciolino si trasforma in combustibile e la sansa finisce nel biodigestore.
L’Agraria Riva del Garda però non è solo oliva o uva ma anche “store rurale”: “Nel nostro negozio – conclude il direttore Massimo Fia – abbiamo inserito tutto il meglio del territorio dal punto di vista enogastronomico. Il nostro punto vendita ha un’identità che facilita l’evoluzione dei prodotti e l’incontro fra consumatori e produttori”.