1 Gennaio 2022

Cantina Toblino: quando “eccellenza” fa rima con “sostenibilità”

di: Girovagando in Trentino

Il rispetto dell’ambiente, così come l’aumento della biodiversità in campagna rappresentano le nuove frontiere per una viticoltura moderna e competitiva. Ormai da diversi anni, Cantina Toblino ci offre un esempio virtuoso in questa direzione. Oggi andremo a vedere come viene declinato il concetto di sostenibilità all’interno della filiera produttiva di questa storica cantina.

Un tema, questo, che è sicuramente molto caro a Cantina Toblino: basti pensare che solo poche settimane fa l’azienda è stata finalista del concorso internazionale Green Award di Londra per l’impegno profuso in ambito di sostenibilità. Cosa significa?

“Il concetto di sostenibilità è declinabile in tre aspetti fondamentali” ci spiega Carlo De Biasi, il direttore generale di Cantina Toblino “il primo di questi è la sostenibilità ambientale, ossia l’attenzione rivolta alla fertilità dei suoli, al fare una viticoltura che non sia aggressiva ma che tuteli le risorse per le generazioni future. Tutta la produzione di Cantina Toblino è da anni certificata secondo il sistema qualità nazionale della produzione integrata; oggi una buona parte delle nostre attività sono condotte con metodo biologico. Questo è l’aspetto, se vogliamo, più facile e intuitivo: preservare i suoli e le acque, difendersi dai parassiti con metodi naturali, tutelare la biodiversità della valle e dei vigneti.”

“Ma il concetto di sostenibilità è più ampio e profondo di così: oltre a questo primo livello, ve ne sono altri due che spesso non vengono evidenziati abbastanza. In primo luogo, abbiamo un aspetto economico. Per un’azienda, riuscire a portare avanti il proprio operato risultando sempre con un positivo in bilancio è fondamentale, ne va della sua stabilità finanziaria. Proprio questo è ciò che l’Università LUISS di Roma ha riconosciuto a Cantina Toblino, premiandola per la sua stabilità economico-finanziaria nel confronto con ben 850.000 aziende di capitale in Italia. Un’onorificenza che tiene conto dell’equilibrio tra qualità del prodotto, valorizzazione del territorio – in questo caso, della nostra Valle dei Laghi – e stabilità come presupposto per il futuro.”

“Terzo pilastro della sostenibilità è l’aspetto sociale. Significa portare avanti la nostra attività coinvolgendo anche le realtà sociali e associative, la gente del territorio, le cooperative. È il caso di Cantina Toblino con il suo progetto sociale di biodiversità nato nel 2018 per tutelare tutte le varie specie presenti sul territorio di lavorazione. In collaborazione con la cooperativa sociale di Trento Progetto 92 e la startup Beelieve, abbiamo creato una serie di nidi artificiali esclusivamente dedicati alla bifauna (perlopiù uccelli e pipistrelli). Si tratta di specie predatorie in grado di preservare l’equilibrio faunistico del vigneto, eliminando gli insetti più pericolosi per i frutti.”

Il progetto di collaborazione nasce ormai diversi anni fa: in questo modo si è riusciti a mettere in contatto la dimensione agricola più “tecnica” di mantenimento e valorizzazione della biodiversità – in un contesto per certi versi non facile come quello della Valle dei Laghi – con quella socioeconomica, portando ricchezza e nuova ninfa vitale alla comunità. Una missione che prevede anche delle innovazioni interessanti a tutela dell’ambiente.

Come, ad esempio, le raffinate scatole di legno utilizzate da Cantina Toblino per contenere le sue bottiglie di vino in grandi formati, pensate anche come vasi per fiori. Si tratta di un’ottica di riutilizzo, diversa dal riciclo poiché non prevede alcun dispendio di risorse ulteriore per la riqualifica e il riutilizzo del prodotto; è già tutto ricompreso nel materiale di partenza, cui si andrà semplicemente a dare una nuova vita. Lo strumento nasce già con la sua doppia finalità, una primaria di cassa per il vino e una secondaria di vaso pensile per balconi e giardini. Sicuramente un ottimo esempio di economia circolare.

Citiamo infine una nomina di prestigio che recentemente ha innalzato il livello e la percezione di questa storica azienda trentina: il direttore generale Carlo De Biasi è stato infatti scelto come delegato all’OIV, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino. Si tratta dell’ente in cui i rappresentanti di 48 paesi produttori tracciano le linee guida per il futuro dello sviluppo del vino a livello mondiale. De Biasi, già vicepresidente dell’associazione internazionale Lien de la Vigne, commenta così il suo nuovo incarico: “un riconoscimento importante oltre che un grande onore per me. Sarà certamente un impegno per il futuro, che ci consentirà di portare un pezzo di Trentino anche all’interno di una sede così prestigiosa.”

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