10 Agosto 2019

Come si crea una località bike friendly: vision, progetti e strategie

di: Alessio Migazzi

Come si cera una strategia bike vincente, quali sono le fasi per creare una destinazione bike di successo? Sono queste le domande più frequenti che territori turistici ed aziende di promozione si pongono anche in relazione alla crescita vorticosa del mercato bike sospinto in buona parte dall’avvento delle biciclette elettriche.

Sempre di più sono infatti le località turistiche che decidono, per strategia o per vocazione, di rafforzare la loro presenza nel mercato bike e per fare questo si affidano a consulenti ed esperti di settore. Abbiamo incontrato Sergio Battistini, project manager di Dolomeet SrL (www.dolomeet.com) società che da anni si è specializzata nell’assistenza a territori turistici per il posizionamento del proprio prodotto bike.

Come si inizia un lavoro di posizionamento di una località nel mondo bike e qual’è il vostro metodo di lavoro?

l metodo di lavoro di Dolomeet si basa su di una serie di operazioni di ascolto e analisi. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a sentirci parte del territorio per riuscire a lanciarlo al meglio, e per questo focalizziamo la nostra attenzione sull’ambiente e su chi lo vive dialogando e confrontandoci con i portatori di interesse locali.

Quali sono le fasi di studio ed elaborazione della vision bike di un territorio?

Generalmente partiamo da uno studio preventivo, effettuato in ufficio, e focalizzato su elementi del territorio quali morfologia, storia, cultura e orografia attraverso strumenti online e cartografia cartacea dedicata. Questo ci aiuta ad individuare e comprendere i punti di interesse turistico culturali e storici, il bacino di utenza e i potenziali collegamenti limitrofi nella micro e macro area. Il tutto per fare emergere le peculiarità da esaltare e le criticità da trattare con particolare attenzione.

E poi?

A seguire parte con azioni di audit territoriale per capire le esigenze, le aspettative, le criticità e i punti di forza della località. Puntiamo sempre ad organizzare tavoli di lavoro in ambito bike con Imprenditori, esercenti, sindaci, amministratori, operatori turistici, Local Bikers ed altri portatori di interesse. In base alle passate esperienze questa fase si rivela una vera e propria opportunità per elaborare un piano strategico ad hoc, proprio perché in queste sedi spesso emergono molti spunti utili, sia tecnici che non, per comprendere modalità di valorizzazione dell’attrattività e dell’identità della zona interessata.

Sembra più un focus generico che bike oriented, quando inizia la fase più operativa e specifica?

La fase preparatoria è comunque sempre fondamentale anche per raccogliere dati ed osservare gli spostamenti dei bikers sul territorio interessato. Spesso i territori propongono percorsi e prodotti turistici quando i biker sono invece abituati a frequentarne tutt’altri. Un’analisi delle piattaforme condivisione delle esperienze ci permette di ottenere una mappatura dei percorsi effettivamente frequentati dai bikers e non solo quelli che si immagina siano frequentati. A seguire si va sul campo, sempre in due ed accompagnati generalmente da un local biker che conosce bene il territorio, la squadra batterà i percorsi e i punti salienti per analizzare e osservare dal vivo la qualità del preesistente e costruire la vision bike del territorio.

Si passa quindi alla proposta pratica

Generalmente si propongono più soluzioni corredate di un business plan di massima, una sorta di documento tecnico che propone soluzioni progettuali preliminari che saranno poi sottoposte alla valutazione del cliente. In generale puntiamo a definire soluzioni sostenibili dal punto di vista economico, dando per scontato che la bike sia già ambientalmente sostenibile di suo.. Nella progettazione cerchiamo di tenere sempre in considerazione la differenza tra trail e money trail ovvero trail in grado di dare risultati economici immediati e importanti anche a motivare fin da subito l’investimento.

Cosa consigliare quindi ad una località che vuole affacciarsi al mondo bike?

Sicuramente il primo passo è costruire una squadra di persone motivate, local biker e operatori in primis. Saranno loro la garanzia di durata del progetto e poi affidarsi a personale qualificato sia per la progettazione sia per la realizzazione di eventuali percorsi, Con le tecnologie attuali e l’evoluzione dei telai le bici permettono di fare cose sempre più straordinarie ma è bene ricordare che non è cosa da tutti realizzare un bike park o anche solo un semplice salto perché non basta farlo ma bisogna fare in modo che chi lo affronta lo possa fare in sicurezza, il salto deve chiudere e deve essere sicuro e questo lo può sapere solo un biker o un trail builder qualificato.

Per il successo di una località bike quindi il connubio percorsi, persone, manutenzione e comunicazione è determinante, solo l’insieme di questi ingredienti può determinare un ottimo risultato. In tutto ciò la cosa più importante sembra essere il rapporto tra gli enti di promozione territoriale, gli enti pubblici e la gestione del park che diventa il fulcro importante e “l’acceleratore” attraverso il quale si possono innescare tutte le collaborazioni, i rapporti con i bikers, le società sportive, i turisti e le scolaresche che porteranno benefici alla località nel suo complesso.

Credits foto: APT Campiglio

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AUTORE DEL POST:

Alessio Migazzi

Appassionato di management e strategia d’impresa, ha lavorato prevalentemente nel campo della comunicazione come project & marketing manager sia come responsabile di produzione di format tv, settore che tutt’ora segue con grande interesse.

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