Da Malga d’Arza a Malga Spora e ritorno per Val Flavona – 18 agosto 2012
Questa mega traversata di 32 km nelle Dolomiti di Brenta nord orientali è un’entusiasmante escursione in luoghi grandiosi, selvaggi e solitari. Contrariamente a quel che si potrebbe pensare parlando di Brenta, non si arrampica un solo metro, si cammina e basta. L’itinerario può essere eventualmente diviso in due giorni, bivaccando a Malga Spora.
Traversata Malga d’Arza – Malga Spora e ritorno per Campo Flavona
Il percorso non presenta difficoltà ma è molto lungo e fisicamente assai impegnativo. In compenso offre una serie ininterrotta di paesaggi straordinari, sicuramente tra i più belli che un escursionista possa desiderare. Lungo il percorso ci sono vari punti di appoggio malghe e bivacchi. Si consiglia di fare questo itinerario nel senso descritto (senso orario), per godere dello straordinario paesaggio di Campo Flavona, una della più belle vallate alpine in quota del Trentino, con la luce del tramonto. Buona la presenza di acqua lungo il percorso, per cui si può fare rifornimento mediamente ogni 3-4 ore.
Percorso
Si parte dall’incantevole Malga d’Arza m 1597. Si raggiunge con lunga strada asfaltata da Cunevo in Val di Non (vedi mappa). Circa 500 metri prima della malga c’è un comodo parcheggio. Oltrepassato il pascolo e la malga, si segue l’indicazione del sentiero 370 per Malga Loverdina m 1768 e da qui per bel bosco e con salita moderata si raggiunge l’imbocco della Valletta degli Inferni. Ora il sentiero si biforca: si prosegue seguendo l’indicazione a sx per Malga Campa, dapprima salendo tra fitte mugaie quindi, raggiunta una selletta, calando di quota per circa 100 metri per sentiero ripido a zig zag nel Vallone dei Carbonari. Con un facile traversone si giunge in breve a Malga Campa 1975, posta su un poggio erboso in meravigliosa posizione, dominato dalle imponenti vette di Cima Borcola 2392 e Cima della Sporata 2488.
Con il sentiero 338 si sale ora con pendenza moderata per facili balze inoltrandosi nell’Alpe di Campa, una serie di valloncelli fino alle spettacolari vallate pianeggianti a quota 2200, le Buse dei Cadinèi, meravigliose praterie alpine che lasciano a bocca aperta per la loro bellezza. Sullo sfondo emerge dalla linea dell’orizzonte la possente piramide di Cima S. Maria 2678. Si risale ora una piccola gola con grossi macigni, per sbucare nella fantastica spianata sotto al Cimon della Campa. Si attraversa ora l’ampia conca formata dalla Val S. Maria di Campa e Val Cadin Alto fino alla panoramica Sella del Montoz 2327, il punto più alto della nostra escursione. A sud svetta il possente torrione del Croz del Re 2494. Di qui inizia la lunga discesa per la bellissima Val dei Cavai, fino alla Malga Cavedago 1858. Ora si piega ad ovest per sentiero 301 che ci conduce alla spettacolare spianata di Malga Spora 1855, dominata dal colossale e ardito Crozzon della Spora 2358. Un’altra vista che lascia letteralmente senza fiato per lo stupore. Malga Spora dispone di un confortevole bivacco sempre aperto (qui si può eventualmente spezzare il percorso, siamo infatti grossomodo a metà dell’itinerario, e ripartire il giorno successivo). Ora tocca affrontare forse la parte più dura del percorso: la salita Passo della Gaiarda 2242, sono quasi quattrocento metri di dislivello, dapprima su sentiero tra mughi e boscaglia quindi attraversando in costa dei ghiaioni piuttosto ripidi. Ma la fatica di questo ultimo sforzo è ben ripagata quando si arriva al passo, con la grandiosa vista sull’immensa e spettacolare prateria alpina di Campo Flavona.
Si cala ora di quota per sentiero 301 quindi per 371 fino in fondo alla Valle di Campo Flavona: di qui il sentiero scende per una scarpata boscosa fino a Malga Flavona 1858(eventuale bivacco sempre aperto). Ora con sentiero 330 si piega verso NE e si attraversa il “lunare”Biotopo di Malga Flavona, tra macigni, pietraie e alti mughi, per iniziare il rientro verso Malga d’Arza. Dapprima si attraversa una grande frana di macigni, quindi per una foresta di mughi alti 4-5 metri: sarebbe un vero incubo da attraversare se non ci fosse il sentiero! Con un lungo traversone in costa si arriva alla confluenza di Valscura (sentiero 369), quindi aggirando a nord Cima Pra’ dell’Asino si attraversa una zona boscosa e i ghiaioni di Val Strangola: la spianata alla base del grande impluvio è devastata da detriti alluvionali, veri e propri fiumi di pietre. Ora ci tocca un ultimo sforzo, la salita verso Malga Termoncello, che con tutti i km nella gambe sembra non finire mai. Il sentiero sale nel bosco con tratti ripidi, poi spiana in vista di Malga Termoncello m 1856 (bivacco Baita Quetta sempre aperto). Di qui per facile sentiero si rientra finalmente a Malga d’Arza dove abbiamo la macchina.
Il dislivello complessivo è di m 1500, lo sviluppo di 32 km. Il tempo di percorrenza, incluse le soste e camminando con relativa calma, è di circa 12 ore per un escursionista mediamente (ben) allenato.
Altre foto traversata
testi e foto di
Alessandro Ghezzer
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