30 Luglio 2021

Il Santuario di San Valentino a Vezzano

di: Girovagando in Trentino

Ci troviamo a sud di Vezzano, sul sagrato del Santuario di San Valentino in Agro. Il luogo è ancora poco conosciuto ai più, ma lo si può riconoscere con facilità salendo dalle Sarche. La sua posizione appare un po’ snaturata: collocato in cima ad un dosso, perfettamente centrato sulla valle che sale da Padergnone e attraversato da una serie di percorsi storici che avevano la funzione di evidenziarne la particolarità e l’interesse storico.

Il luogo di culto è strettamente legato ad un avvenimento occorso intorno alla fine del ‘400. La storia narra che salendo verso Vezzano, dei ragazzini trovarono un roveto fiorito in pieno febbraio nei pressi di una cappella risalente – secondo la tradizione – all’860 d.C. All’interno vi ritrovarono due reliquie romane riportanti il nome di San Valentino. Fu poi deciso di edificare qui una cappella intitolata proprio a questo Santo, dedicata al ritrovamento delle reliquie ed accompagnata da una chiesa.

Attualmente è possibile ammirare la sacrestia del Santuario (dove avvenne il ritrovamento) e la chiesa vera e propria – o, meglio, la ricostruzione quasi totale di quella che si presentava come un’edificazione molto più piccola, simile in origine a quella di San Pantaleone vicina a Terlago. Questa forte somiglianza è un aspetto di grande rilevanza storica, in quanto entrambe le personalità chiericali che incaricarono la costruzione delle chiese ‘gemelle’ provenivano da fuori regione e, quindi, da un contesto artistico e culturale molto più sviluppato. Pertanto, è probabile che si tratti di una delle primissime testimonianze dell’importazione dell’architettura rinascimentale a Trento.

Questo tipo di struttura si caratterizza per i suoi volumi molto semplici. Il connubio risultante dalle sue forme architettoniche fa da ponte tra i periodi tardo gotico e rinascimentale. Vi sono diversi elementi, all’interno della chiesa, che rimarcano bene questa transizione: a fronte di una spazialità prettamente cinquecentesca, si possono osservare architetture ancora legate alla tradizione tardo gotica, come ad esempio l’arcosanto con voltatura archiacuta e la costolonatura delle volte. Questi piccoli edifici rappresentano l’anello di collegamento tra quello che era il passato e ciò che iniziava a profilarsi come il futuro dell’arte e dell’architettura.

Sempre all’interno della chiesa, incontriamo un altare che rappresenta un unicum in provincia, essendo interamente realizzato in terracotta. Questa particolarità è un chiaro rimando alla committenza del Crotti, originario di Cremona, laddove la terracotta veniva spesso utilizzata per l’altaristica e per le costruzioni in generale. Purtroppo la sua struttura appare molto provata dalla lunga serie di rimaneggiamenti che si sono succeduti nel corso degli anni.

A dire il vero, sono diversi i dettagli che testimoniano i passati interventi di ammodernamento, spesso infelici. La speranza di chi si occupa di custodire questo suggestivo luogo di culto (ma anche degli abitanti delle zone circostanti) è che il Santuario possa tornare in vita con gli adeguati restauri.

Si tratta di un punto di riferimento per gli abitanti di Vezzano, che merita di riaffermarsi come uno spazio di preghiera in ragione della sua unicità storica e culturale. Sarebbe un ottimo modo per far rivivere ai visitatori quei sentimenti di religiosità e di tradizione, che per secoli hanno animato queste zone e che sarebbe un vero peccato perdere.

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