6 Febbraio 2014

La Grande Guerra sull'Altopiano: i forti di Folgaria, Lavarone e Luserna

di: Alessandro Vaccari

A Folgaria, Lavarone e Luserna, l’offerta turistica e paesaggistica si intreccia spesso con la memoria storica.

Il riferimento è naturalmente agli spazi, fisici e di memoria culturale, che la Grande Guerra ha lasciato in questo vasto altopiano, che ha vissuto in tutta la sua drammaticità l’avvenimento bellico.

Questa zona era considerata estremamente strategica da entrambi gli schieramenti, ragione che portò alla costruzione di ben sette forti di comando austro-ungarici.

Sull’altopiano di Vézzena il Forte Cima Vézzena (1908 m), Forte Busa Verle (1554 m) e il vicino Forte Lusérn (1549 m) avevano il compito di impedire l’avanzata italiana dalla Val d’Assa.

Sull’altopiano di Lavarone Forte Belvedere Gschwent (1177 m) aveva invece il compito di contrastare una possibile penetrazione italiana attraverso la Val d’Astico.

Sull’altopiano di Folgaria Forte Cherle (1445 m) controllava l’accesso dall’altopiano dei Fiorentini, Forte Sommo Alto (1614 m) teneva sotto controllo gli accessi da Val Orsara e da Passo Coe e Forte Dosso del Sommo (1670 m) controllava l’accesso dal Passo della Borcola e la sottostante Val di Terragnolo, via di avvicinamento alla città di Rovereto.

Gli italiani non rimasero a guardare fortificando a difesa dei loro confini Forte Cima Verena, Forte Campolongo e Forte Campomolon nella zona dell’altopiano dei sette comuni.

Gli anni più atroci furono i primi anni, quando di fatto l’Italia entrò in guerra: il primo colpo di cannone partì da Forte Verena il 24 maggio 1915. Tutta la popolazione fu fatta sgomberare e trasferita nelle lontane terre di Boemia e Moravia. Dal maggio all’ottobre 1915 gli scontri furono violenti: ne sono testimonianza i tre cimiteri militari di Folgaria, Lavarone e Luserna.

L’anno più cruento fu forse il 1916. Il 15 maggio, le truppe austro ungariche partirono con l’offensiva della Strafexpedition, la “Spedizione punitiva”, che mirava a ricacciare gli italiani verso sud. La battaglia fu devastante, provocò in un mese e mezzo oltre 25.000 morti e 200.000 tra feriti, prigionieri e dispersi.

La Grande Guerra rivive oggi nelle proposte turistiche sull’Altopiano.

A cent’anni dall’inizio della Guerra, sono numerosi i forti ripristinati e visitabili, esternamente o internamente.

Dato il loro significato storico e culturale sono anche inseriti in specifici percorsi tematici come il Sentiero della Pace, il Trekking dei Forti, il Fortezze Bike Tour (mtb), il percorso permanente 100 Km dei Forti (mtb) e il Trekking degli Eroi.

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AUTORE DEL POST:

Alessandro Vaccari

Partito dal mondo degli eventi, si dedica al coordinamento di enti del terzo settore, al giornalismo agri-turistico, all'organizzazione di progetti formativi, all'animazione territoriale con particolare riferimento a temi come la ruralità, il territorio e la sostenibilità (ambientale e sociale).

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