18 Giugno 2021

La misteriosa storia della Meneghina di Capriana

di: Girovagando in Trentino

Il piccolo villaggio di Capriana sorge sul declivio di una solitaria, ma bella e romantica valle, come se ne trovano talvolta nelle regioni alpine…

No, non è l’incipit di uno dei nostri soliti consigli per le vacanze, ma la poetica descrizione di Capriana che ci arriva dalla penna dell’inglese John Talbot di Shrewsbury (1841), uno dei tanti testimoni oculari della prodigiosa vita di Maria Domenica Lazzeri. Proprio qui, in questo piccolo comune trentino, abbiamo avuto l’occasione di incontrare Pino Loperfido, autore del romanzo La manutenzione dell’universo (da cui è stata tratta la citazione di Talbot, ndr).

Il libro di Loperfido ripercorre le vicende che hanno segnato la vita della Lazzeri, avvicinandosi, a tratti, alla ricostruzione biografica. Ma a ben guardare, La manutenzione dell’universo è molto più di questo: è la conflagrazione di un interesse – quello dell’autore – coltivato negli anni e riaffiorato a più riprese nel corso di una vita intera, sino a diventare quasi “morboso”; è una storia – quella della protagonista – ricostruita con passione e meticolosità, che va a porsi sul delicato confine tra letteratura, storia e scienza. Ultimo, ma non ultimo: La manutenzione dell’universo è una narrazione che nasce e si sviluppa con i suoi ritmi, senza fretta.

Chi era questa donna, anche detta la Meneghina? Perché la sua figura dovrebbe aver suscitato tanto interesse, attirando in Trentino numerosi visitatori da tutta l’Europa nel corso del diciannovesimo secolo?

Oggi cercheremo di rispondere a queste domande, andando a compiere un breve viaggio conoscitivo tra i luoghi più significativi della vita di Maria Domenica Lazzeri. Saremo guidati da Pino Loperfido, che ci illustrerà una ad una le tappe più importanti, gli aneddoti e le storie che nel tempo hanno rivestito queste valli di un’aura mistica.

La prima tappa ci porta alla Chiesa parrocchiale di Capriana, che da circa vent’anni contiene le spoglie mortali della Lazzeri. Maria Domenica nacque il 16 marzo del 1815, in un’umile famiglia di mugnai molto conosciuta nella zona. Era la quinta di cinque figli.

Come ci spiega Loperfido, il primo momento che andò a cambiare profondamente la sua vita coincise con la morte del padre, nel 1828. Maria Domenica elaborò il lutto con estremo dolore, finendo costretta a letto. Da quel momento in poi iniziarono a verificarsi i prodigi che richiamarono a Capriana curiosi e turisti da ogni angolo d’Europa.

Ma per ora, senza anticipare nulla, continuiamo il nostro viaggio verso il mulino della famiglia Lazzeri.

A questo punto, Loperfido richiama la nostra attenzione su un particolare campo di frumento, in cui sostiene siano successe cose decisamente fuori dal comune.

Dopo la morte del padre, spettò ai figli raccogliere il frumento da portare al mulino. Anche Maria Domenica, alle volte, si cimentava in questo pesante lavoro. Un giorno accadde che non la videro ritornare a casa e la madre Margherita, allarmata, si recò al campo per cercare la sua quintogenita. La trovò in mezzo ad un prato, gesticolante e con strane espressioni sul volto, apparentemente impegnata in un’accesa discussione con qualcuno. Piccolo dettaglio: con lei non c’era nessuno. Margherita iniziò quindi a temere che la figlia stesse perdendo il senno. Attorno alla ragazza si radunò una piccola folla, composta dai fratelli e da alcuni paesani. Quando smise di parlare, raccontò alla madre di aver intrattenuto una discussione di ordine spirituale con un misterioso uomo anziano.

Il viaggio ci porta, quindi, al cospetto del monumento dedicato a Maria Domenica che nel 1998 l’Associazione Amici della Meneghina ha deciso di erigere proprio qui, all’inizio del sentiero che dal paese conduce fino al mulino dei Lazzeri. Il monumento è stato finanziato raccogliendo le offerte dei devoti di Capriana. Percorriamo il sentiero per circa venti minuti e giungiamo infine al mulino, terza ed ultima tappa del nostro cammino. Il mulino oggi è un piccolo museo ristrutturato e gestito dall’Associazione Amici della Meneghina.

È qui che si rifugiò Maria Domenica la notte in cui la paura la colse, poiché continuava a sentire schiamazzi e battimani provenire dall’esterno del mulino, senza però riuscire a spiegarsi chi vi fosse. Passò l’intera nottata all’addiaccio contro la roccia.

Maria Domenica Lazzeri, dopo i cosiddetti spaventi del campo di frumento e del mulino, iniziò quella che qualcuno ha definito “meravigliosa malattia”. Si mise a letto senza più alzarsi, senza dormire e senza ingerire né cibo né acqua per 14 anni di fila. Per quanto un’impresa del genere possa essere ritenuta assurda, a raccontarcelo oggi sono soprattutto le testimonianze dell’epoca.

Furono infatti in moltissimi a recarsi a Capriana, non solo dalle zone limitrofe ma soprattutto dall’estero. Questo è un particolare che può incuriosire, ovvero che la storia della Meneghina fosse più nota all’estero che in Italia – persino più che nello stesso Trentino. Naturalmente, i visitatori erano attratti in primis dalle stimmate. Era il 1835 quando Maria Domenica Lazzeri cominciò a ricevere sul proprio corpo i caratteristici segni di Cristo, vistosi sanguinamenti che ogni venerdì – esattamente intorno alle ore 15 – le arrecavano una sofferenza inaudita, una sorta di morte apparente.

Ciò che intriga di questa storia è proprio la mole di punti interrogativi disseminata lungo tutti i suoi 33 (!) anni di vita. Quello che possiamo affermare con certezza, comunque, è che la straordinarietà della vita della Meneghina è stata testimoniata. La testimonianza fondamentale, che ci ha permesso di raccontare questa storia oggi, è quella del dottor Leonardo Cloch, all’epoca primario dell’ospedale di Tesero. Cloch seguì il caso della Lazzeri per ben 10 anni, trascrivendo tutto ciò che ebbe modo di osservare con spirito laico. Si tratta di una testimonianza ufficiale, conservata nell’archivio di Stato degli annali medici a Milano.

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