20 Febbraio 2014
di: Alessandro Vaccari
Ascoltare Nicola Sordo mentre presenta il suo libro è come sentirlo parlare di una missione. Quando ne racconta i diversi aspetti, traspare subito la passione e l’impegno che hanno guidato la sua ricerca, sin da quando ha iniziato ad intervistare gli anziani nelle case di riposo di Castello, Cinte e Pieve Tesino. E’ da qui, infatti, che il ragionamento dell’autore prende corpo, da un’idea nata quasi per caso di ascoltare gli anziani dei paesi, con un registratore, e provare a capire quali sono gli insegnamenti che possiamo trarne. Tantissime parole scambiate, molti momenti trascorsi a cercare di estrapolare principi di vita generali, partendo da esempi pratici che gli anziani raccontano.
In “Un mondo dove tutto torna. La memoria locale come strumento per la cura e la riprogettazione dei territori” edito insieme ai tipi della Cooperativa Raccolto, Nicola Sordo prova a riportare la sua esperienza. Il testo non è un manuale, ma vi si riconosce un taglio quasi didattico. In fondo, è la premessa del libro stesso ad indicarci lo scopo: valorizzando l’esperienza degli anziani, provare a ricostruire quello che l’autore chiama “un mondo ciclico”.
Una società dove il bene comune torni premessa imprescindibile, dove si producano meno rifiuti perché tantissimi oggetti sono riutilizzabili, dove la progettazione paesaggistica sia più rispettosa dell’ambiente geografico e sociale, dove l’agricoltura torni ad essere attività territoriale e non industriale, dove si consumi a filiera corta.
Dopo la premessa, l’autore divide il testo in capitoli, ciascuno dei quali cerca di affrontare i diversi aspetti della vita quotidiana: per fare alcuni esempi l’acqua (con tutto ciò che ne consegue), i prati, l’erba, il bosco, la conservazione degli alimenti, l’agricoltura, l’energia. Il tutto, per proporre poi una visione di nuovo stile di vita e nuova gestione di territorio applicabile ad una qualsiasi comunità, in linea con il pensiero del Movimento per la decrescita felice e le Transition town.
Il testo non è un auspicio al ritorno al passato, ma il tentativo di conoscere e capire i principi che regolavano la società sostenibile (che in passato abbiamo già vissuto). Da qui, deve poi partire la reintroduzione e l’applicazione di tali principi al territorio, alla società, alle persone.