4 Gennaio 2016
di: Alessandro Vaccari
Pare che la costruzione del presepe sia un’usanza nata in Italia in epoca medioevale. Oggi la rappresentazione della natività è piuttosto diffusa in tutti i paesi cattolici ed è entrata a far parte della tradizione e del folklore del periodo natalizio.
Non fa eccezione Rovereto, dove da qualche anno visitatori e turisti possono visitare numerosi presepi sparsi in tutta la città. Grazie alla collaborazione con associazioni e gruppi spontanei di cittadini ed alla partecipazione della Caritas, molti angoli della città rivivono con l’esposizione di presepi artigianali più o meno grandi e differenti tra loro per origine e metodologia costruttiva: dal presepe meccanico degli scout, ai presepi esposti in Piazza San Marco realizzati con il legno dei barconi di Lampedusa, dalla Natività del Museo Storico di Cracovia fino all’opera degli artigiani di Santa Cristina in Val Gardena, esposta sotto l’albero di Natale in Piazza Rosmini.
Forse uno dei più pittoreschi e sicuramente tra i più grandi è il presepio di Borgo Sacco, costruito nella piccola chiesa della Santissima Trinità, di fianco alla vecchia Manifattura Tabacchi.
Un presepe, realizzato in collaborazione con la Parrocchia, opera di un gruppo di pensionati del borgo sull’Adige che da circa dieci anni a questa parte ogni ottobre inizia a lavorare per rinnovare la natività. Tradizione vuole che ogni anno venga ricostruito un pezzo di presepe, che quindi in circa 3 anni muta aspetto completamente.
La novità di quest’anno è la rappresentazione di Borgo Sacco con la torre civica e la piccola chiesetta di San Nicolò a fianco.
Il presepe racconta i diversi cicli della giornata tra notte alba giorno e tramonto ma anche le diverse stagioni che si alternano.
Accade cosi che nei sei minuti che il maccanismo impiega, compaiano anche la pioggia autunnale e, ironia della sorte, la neve invernale che tanto ci manca nella realtà.
Il presepe occupa più di cinquanta metri quadrati, in pratica tutta l’abside della piccola chiesetta storicamente di proprietà della famiglia Bossi Fedrigotti ed è visitabile tutti i pomeriggi dalle 14 alle 18, nei festivi e al sabato anche dalle 10 alle 12.