CIMA NERA M 3037 – PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO

Attività:

  • Difficoltá
  • Durata:
    ore
  • Lunghezza
    km
  • Dislivello
    m
  • Altitudine Massima
    m slm

Con questa puntata inauguriamo il nuovo ciclo estivo dedicato alle escursioni (solo sul web). Ogni settimana proporremo un nuovo itinerario fino alla ripresa del programma in tv verso il mese di settembre.

Cima Nera m 3037
Iniziamo con un’escursione facile nel Parco Nazionale dello Stelvio, nel grandioso ambiente dei ghiacciai. Si tratta di Cima Nera m 3037, un 3000 facile e superpanoramico che si trova sopra al Rifugio Larcher. Non ci sono difficoltà, il sentiero è facilissimo fino al rifugio, poi nei pressi del Lago delle Marmotte diventa una traccia (senza numero sulle carte) che però è ben evidente e che risale a zig zag sul fianco orientale tra sfasciumi un po’ franosi fino alla cima, dalla quale si gode un grandioso panorama. Per il ritorno il percorso si allarga leggermente (ma ne vale la pena) costeggiando il bellissimo Lago Lungo, rientrando quindi a Malga Mare e al parcheggio.

Percorso
Dalla Valle di Sole si devia per la Val di Pejo fino all’abitato di Cogolo, dove si dirama verso nord la strada per Malga Mare. Una lunga strada asfaltata, stretta e in non buon condizioni conduce, previo pedaggio di 2 euro in località Tablà (m 1800 circa), fino alla Centrale Elettrica (m 2000 circa), dove si parcheggia l’auto. Si prende il sentiero 102 e in pochi minuti si raggiunge Malga Mare m 2031 (trasformata in bar-ristorante), raggiunti dal frastuono lontano del Rio Vedretta Rossa che precipita a valle spumeggiando dalla Vedretta Venezia. Si prosegue con vari zig zag risalendo il costone boscoso e attraversando numerosi torrentelli, fino a che il paesaggio si apre quasi improvvisamente in tutta la sua grandiosità. La mole gigantesca del Monte Vioz di 3644 metri sovrasta l’orizzonte. Il sentiero rimonta ora un piccolo costone e quindi si dirige verso nord ovest fino a sbucare nello spettacolare Pian Venezia, un ampio vallone pianeggiante creato dal movimento millenario del ghiacciaio che scendeva dal Palon De La Mare. Oggi purtroppo si possono vedere le vedrette dei ghiacciai nel loro drammatico ritiro. Nella conca di Pian Venezia confluiscono due torrenti: il Noce Bianco e il Noce Nero, così detti perché uno è originato dalle acque limacciose del ghiacciaio (Noce Nero) mentre l’altro proviene da una sorgente (Noce Bianco). In alto verso nord-ovest si può individuare facilmente il Rifugio Larcher m 2608, che si raggiunge con un lungo ma facile traversone.

Rifugio Larcher m 2608
Il rifugio sorge a 2608 metri su un dosso a mezza costa nella valle, ben visibile sin dal Pian Venezia, nel territorio del Parco Nazionale dello Stelvio. E’ intitolato al senatore Guido Larcher che presiedette la S.A.T. dal 1902 al 1903, dal 1906 al 1909, dal 1919 al 1925 e dal 1934 al 1937. La prima Costruzione risale al 1882 allorquando la S.A.T., al termine della morena laterale sinistra, su un piccolo pianoro della Val Venezia, eresse una piccola costruzione a forma di cubo. Nel 1907 fu ampliata con due stanze, una per signore e una per signori. Il rifugio Larcher è stato profondamente ristrutturato e inaugurato nel 1992, dopo quattro anni di lavori. Al Rifugio Larcher, forse più che in altre zone, l’uomo avverte la maestosità del paesaggio di alta quota, il desiderio di avvicinarsi a straordinarie montagne che superano i 3500 metri, come il Cevedale, il Palon de la Mare o il Vioz. Tutta la zona è fantastica per gli alpinisti ma anche per gli escursionisti, che possono percorrere molti itinerari interessanti al di sotto del limite delle nevi intorno ai 2500 metri di quota: ad esempio al vicino Lago delle Marmotte, al Lago Lungo e a tante altre belle escursioni nell’ambiente del Parco, a contatto con una flora ed una fauna sempre più preziose.

Salita alla Cima Nera m 3037
Dal Rifugio Larcher si piega decisamente ad est per il sentiero 104, rimontando in circa 15 minuti un costone superato il quale si arriva nella conca del Lago delle Marmotte m 2705. Si punta ora decisamente verso l’evidente dorsale sud-est di Cima Nera, costeggiando brevemente il lago (senza scendere sulla riva) e cercando la traccia del sentiero. Non c’è segnaletica di alcun tipo ma la traccia è ben visibile. Si sale a zig zag su sfasciumi e detriti, con sentiero ben tracciato che sale rapidamente di quota. Poco sotto la cima, che è un torrione isolato ben individuabile, tracce di trincee e baraccamenti militari della Guerra. Il sentiero si interrompe per alcuni piccoli smottamenti ma si riprende facilmente rimontando il fianco est e, in breve, fino alla vetta. Il panorama è semplicemente grandioso: abbiamo, verso ovest, una fila di “giganti”: il Vioz (3644), il Palon de La Mare (3703), il Monte Rosole (3536) e infine il Cevedale (3769). A nord ovest si scorge la piramide suggestiva del Gran Zebrù (3851) che svetta al di sopra di Forcella Forcola.

Il ritorno
Il ritorno avviene scendendo al Lago delle Marmotte per la stessa via di salita ma, anziché scendere di nuovo al Rif. Larcher, si cala nel grandioso vallone (peccato per le brutte prese di cemento dell’Enel!) per prendere il sentiero 146 che porta al bellissimo Lago Lungo m 2550. Lo si costeggia sul lato occidentale e si cala ancora gradualmente, incontrando altri splendidi scorci paesaggistici, fino a ricongiungersi col sentiero che torna a Pian Venezia e quindi al parcheggio della Centrale elettrica.

testi e foto di
Alessandro Ghezzer

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