CIMA ORENA m 2248 – MONTE TOLVA’ m 2343

Attività:

  • Difficoltá
  • Durata:
    ore
  • Lunghezza
    km
  • Dislivello
    m
  • Altitudine Massima
    m slm

Sui selvaggi contrafforti del Tolvà tra Tesino e Vanoi – 25 agosto 2012
Proponaimo questa settimana una <>escursione piuttosto avventurosa e selvaggia sulle solitarie cime che separano il Tesino e il Vanoi, con salita a<>Cima Orena e Cima Tolvà nel gruppo di Cima d’Asta.

Cima Orena e Monte Tolvà
La panoramica Cima Orena 2248 si raggiunge senza problemi partendo dai pressi di Malga Marande – Passo Brocon. La vicina Cima Tolvà 2343 si presenta più impegnativa: per arrivare in vetta è necessario salire per un ripido canalino di sfasciumi e quindi per ripidi costoni erbosi. Per proseguire nell’itinerario proposto, si devono attraversare le affilate creste sommitali quindi calare per costoni ripidi con diversi tratti non difficili ma piuttosto esposti, per cui sono necessari piè fermo e assenza di vertigini. Sconsigliato in caso di nebbie o terreno bagnato. Il rientro, con giro ad anello, prevede una ostica discesa fuori sentiero attraverso Forcella Quadrata per scendere verso la selvaggia Val Viosa coi suoi splendidi laghetti. Sia la salita a Cima Tolvà che la discesa fuori sentiero verso Val Viosa possono essere eventualmente evitati tornando dalla stessa via dell’andata, oppure calando in Val Malene per il Laghetto degli Asini (col problema però di un lungo rientro in salita per raggiungere l’auto che si trova in quota). Chi fa il giro completo ad anello che noi proponiamo, nonostante la fatica e un po’ di sano “ravanage” resterà entusiasta di poter vedere una delle zone più belle e selvagge del Vanoi.

Percorso
Dal Tesino si sale verso il Passo del Brocon, giunti agli impianti di sci di Malga Marande si parcheggia nei piazzali oppure si prosegue per strada bianca fino Malga Cavallara m 1677
(mappa). Attenzione a non parcheggiare nei prati della malga altrimenti le vacche potrebbero usare la vostra auto come “grattaschiena” con inevitabili danni alla carrozzeria. Col sentiero 382 si sale il M. Timoncello 1871 sul fianco sud quindi si gira a NE per dorsale, fino a raggiungere una sella sul fianco ovest del Palon della Cavallara. Con un bel traversone facile si raggiunge quindi senza problemi Cima Orena 2248. Il panorama è davvero grandioso: in lontananza la Cresta del Frate e a nord ovest il massiccio di Cima d’Asta. Verso nord est il profilo delle guglie delle Pale di S. Martino. A valle, verso est, la selvaggia Val Viosa. Da Cima Orena si scende quindi facilmente per dorsale alla forcella omonima 2145, oltrepassata la quale si risale il versante opposto per un erto canalino di sfasciumi che sbuca su dei ripidi costoni erbosi (attenzione). Ancora qualche facile zig zag e in breve si è sulla dorsale di Cima Tolvà 2343.

Verso Val Viosa e i meravigliosi laghetti dell’Aia Tonda e Lastè
Da Cima Tolvà inizia la parte più impegnativa della traversata. Il sentiero corre per la cresta un po’ esposta, quindi cambia versante e scende leggermente di quota sul fianco ovest, dove per<>costoni ripidi e a tratti esposti si cala leggermente di quota. Questo tratto breve di circa 20 minuti richiede attenzione, poi il percorso diventa molto più tranquillo quando si raggiunge una piccola sella che si affaccia su un conca pietrosa. Si cala facilmente fino alla base dei roccioni, dove è evidente il passaggio di Forcella Quadrata 2259. Si abbandona il sentiero 382 e si risale la forcella per facili sfasciumi in circa 15 minuti, dalla quale potremo calare in Val Viosa. Ora bisogna affrontare <>una faticosa discesa per intercettare il sentiero 387 che corre circa 400 metri più in basso. Non ci sono tracce: il terreno è abbastanza ripido e scivoloso per il ghiaino tra zolle d’erba e sassi ma non ci sono pericoli, basta guardare bene a dove si mettono i piedi. Man mano che si scende si procede più faticosamente perché il fondovalle è invaso da rododendri ed erba alta che nasconde sassi e buche. <>In fondo al canalone, la parte più ostica: una scarpata ripida con folta vegetazione (evitare gli ontani!). Si deve puntare a questo punto ad una piccola dorsale con piante ad alto fusto (larici e abeti), che si riesce a scendere ravanando un po’ fino a trovare il sentiero 387 (vedi anche traccia GPS).A questo punto le difficoltà sono finite. Si segue ora il sentiero verso nord, in leggera salita fino a circa quota 1950 dove una diramazione non segnata conduce in circa 15 minuti, prima in piano e poi in discesa, sulla riva occidentale del bellissimo Laghetto dell’Aia Tonda 1941. Un luogo davvero incantevole, dominato dalla mole massiccia del Conte Moro 2407. Prima di iniziare il rientro, vale la pena andare a vedere un altro incantevole laghetto poco distante, il Laghetto di Lastè 1993. Si torna indietro sul sentiero e <>si sale per circa mezzo chilometro, quindi lo si abbandona nuovamente per imboccare a sx, in corrispondenza di un piccolo rio, una valletta pianeggiante verso ovest, che in circa 10 minuti conduce ad una splendida conca con il bellissimo specchio d’acqua. Dev’essere fantastico dormirci in in tenda!

Rientro a Malga Cavallara
Con con un lungo traversone per il sentiero 387, questa volta con direzione S-SEverso il roccioso Palon della Cavallara, si attraversa l’Alta e selvaggia Val Viosa per boschi, radure, stagni e laghetti, paludi e prati di torba, una natura primordiale che lascia davvero incantati. Si arriva quindi sotto Forcella Viosa o Sternozzena 2019, che si rimonta con uno strappo di circa 100 metri di dislivello seguendo una bella strada militare. Sempre seguendo il sentiero 387 si raggiunge in breve Forcella della Cavallara 1985 quindi calando per una bella valletta fino a Malga Cavallara dove abbiamo la macchina. Il percorso richiede un certo impegno fisico, capacità di orientamento, predisposizione alle “ravanate” fuori sentiero. I paesaggi a dir poco paradisiaci in una delle zone meno battute del Lagorai Orientale ripagano ampiamente lo sforzo. Disl. 1100 – sviluppo circa 17 km.

testi e foto di
Alessandro Ghezzer

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