IL MONTE CEVEDALE DAL RIFUGIO PIZZINI NEL 150ESIMO ANNIVERSARIO DALLA CONQUISTA

Attività:

  • Difficoltá
    Facile
  • Durata:
    1 ore
  • Lunghezza
    km
  • Dislivello
    m
  • Altitudine Massima
    m slm

L’escursione di questa settimana ripercorre le tracce del grande esploratore ed alpinista boemo Julius von Pajer che nel lontano 7 settembre 1865 in compagnia delle guide Pinggera e Reinstadler raggiungeva i 3769 metri della vetta principale del massiccio del Monte Cevedale.

Nel 150esimo anniversario assieme alle Guide Alpine di Peio e della Valfurva ed al Soccorso Alpino proponiamo questa “superclassica” dell’alpinismo con partenza dal Rifugio Pizzini Frattola (2.700 m.) nel Comune di Santa Cateriana Valfurva ed arrivo a Malga Mare nel Comune di Peio passando per i Rifugi Casati e Larcher e la bellissima vetta del Monte Cevedale.

Da Santa Caterina Valfurva si raggiunge il Parcheggio dell’Albergo ai Forni (2.200 m) dal quale percorrendo a piedi o in fuoristrada la stretta mulattiera che risale la Valle di Cedèc si raggiunge il Rifugio Pizzini Frattola (2.700 m).

Dal Rifugio Pizzini si prosegue lungo il tratturo pianeggiante che conduce alla partenza della teleferica che rifornisce il Rifugio Casati e da cui si imbocca il ripido sentiero n. 28b (sentiero della teleferica). Dopo circa un’ora e mezza di salita si raggiunge il Passo del Cevedale dove è appunto posizionato il Rifugio G Casati (3.254 m).

Dopo un ottimo the caldo in Rifugio decidiamo di raggiungere la vicina cima Tre Cannoni (3.270 m) che dista poco più di 20 minuti in direzione est e dove su uno scoglio affiorante dai ghiacci sono posizionati tre cannoni risalenti alla Prima Guerra Mondiale.

I tre reperti bellici, in dotazione al parco d’assedio ed all’artiglieria da fortezza del Regio Esercito italiano, di produzione Ansaldo mod 149G furono sottratti agli italiani a seguito della battaglia di Caporetto e quindi trasportati in quota da prigionieri e da soldati austriaci a difesa del fronte austriaco durante la Grande Guerra.

Rientrati al Rifugio ci siamo quindi preparati per la notte e per la risalita dell’indomani riordinando l’attrezzatura tecnica ed assaggiando la cucina locale.

Alle prime luci dell’alba ci siamo quindi mossi in direzione sud sudest, scendendo sul ghiacciaio e lasciando il rifugio alle nostre spalle abbiamo iniziato a risalire le guglie ghiacciate della Vedretta del Cevedale (indispensabile una buona legatura e l’attrezzatura da ghiacciaio – piccozza, corda e ramponi)

Dopo circa un’ora di facile risalita caratterizzata da tratti pianeggianti e pendenze lievi si arriva alla base della massicciata principale del Monte Cevedale, al cospetto dell’imponente Zufallspitze (a sinistra in direzione est) ed a destra (ovest) la vetta del Monte Cevedale.

Da qui la salita si fa più impegnativa a causa della lunga diagonale che attraversa la massicciata e della presenza di qualche crepaccio. Percorso quasi tutto il massiccio risaliamo verticalmente fino a raggiungere la cresta che divide le due cime e che conduce alla croce del Monte Cevedale.

Saliti in cresta davanti a noi si presenta, maestosa, la grossa croce lignea posizionata nel 2012 e che raggiungiamo dopo pochi minuti.

Dopo le foto di rito ed il posizionamento della targa commemorativa per i 150 anni dalla conquista della vetta iniziamo a ridiscendere lungo il ghiacciaio dal versante della Val de la Mare, prendendo come riferimento le creste che sovrastano il Bivacco Rosole.

Circa a quota 3500 iniziamo a scendere nel centro del ghiacciaio verso la Valle della Mare, dove in lontananza si inizia a scorgere il Rifugio Larcher al Cevedale.

Arrivati in fondo al ghiacciaio si inzia subito ad intravvedere gli ometti di pietra che segnano la traccia di rientro (percorso dei ghiacciai) e che conducono ad un sentierino ben segnato che ridiscende le ampie morene fino a congiungersi con il sentiero 103 che sale verso il Passo della Forcola.

Imboccato il sentiero 103 raggiungiamo il Rifugio Cevedale dove ci attendono le celebrazioni per il 150esimo con la Santa Messa e le esibizioni del Coro Sasso Rosso e del Corpo Bandistico della Valle di Peio.

Dal Rifugio Larcher, dopo un abbondante e curato rinfresco, imbocchiamo il sentiero 102 che, dopo circa un ora di cammino, ci riporta a Malga Mare e dove si conclude l’itinerario di questa settimana.

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