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TRAVERSATA COL SANTO 2112 – CIMA PASUBIO 2232

  • Difficoltá
  • Durata:
    ore
  • Lunghezza
    km
  • Dislivello
    m
  • Altitudine Massima
    m slm

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Lunga escursione sui luoghi della Grande Guerra – 1 settembre 2012
Lunga e magnifica escursione sui luoghi della Grande Guerra, che unisce il Col Santo 2112 con la cima del Monte Pasubio 2232. Il massiccio del Pasubio, nel Trentino sudorientale, fu un importante caposaldo difensivo: come possibile via d’accesso alla pianura veneta, fu aspramente conteso da entrambi i belligeranti.

Col Santo – Monte Pasubio
Questo itinerario ultrapanoramico si svolge in gran parte su dorsali. Non presenta nessuna difficoltà tecnica, è richiesta però una buona resistenza e allenamento per la lunghezza del percorso, che è di 26 km per 1350 metri di dislivello. Può essere “alleggerito” eventualmente rinunciando alla salita del Col Santo e puntando direttamente al rifugio Lancia e alla cima Pasubio. E’ opportuno sapersi destreggiare bene con le carte perché l’itinerario è piuttosto articolato combinando sentieri diversi. Essendo zona carsica e percorrendo creste e dorsali, la presenza di acqua è pressoché nulla, quindi è necessario provvedere alla bisogna portando adeguate scorte (2-3 litri, una sorgente è nei pressi del Rifugio Lancia). L’autunno è probabilmente il periodo migliore per compiere questa escusione: la temperatura più fresca evita la “cottura” sulle sterminate pietraie in quota. I panorami sono grandiosi: le vedute spaziano dalle Alpi centrali a quelle del Tirolo, dalla Catena del monte Baldo alle vicine Piccole Dolomiti e ai ghiacciai del Carè Alto e Adamello, dalla vasta pianura veneta agli altipiani di Asiago e Folgaria e la vallata dell’Adige con i suoi rilievi, dalle Dolomiti di Brenta alle Pale di S. Martino e fino alla Marmolada e oltre. La zona è letteralmente costellata di tracce della Grande Guerra: trincee, fortificazioni, gallerie, caverne, bunker e, verso la Cima del Pasubio, c’è un interessante museo all’aperto, l‘Ecomuseo della Grande Guerra, con tabelle esplicative nei punti strategici.

Salita al Col Santo 2112
Da Rovereto si prende la strada per la Vallarsa, quindi si devia per località Giazzera e di qui per strada forestale aperta fino al parcheggio a quota 1370 (vedi mappa). Poco sotto il parcheggio, circa 500 metri più a valle, si stacca in corrispondenza del sentiero 119 che arriva sulla strada (tabelle) il sentiero 132b sul lato opposto della strada (attenzione non ci sono tabelle ma solo un segno a terra nell’erba!). Si sale con direzione nord un traversone nel bosco fino a sormontare la dorsale SE del Pazul. A quota 1610, presso alcune caratteristiche baite, si svolta decisamente verso SE e con una bella stradella tra prati e baite isolate ci si alza fino ala panoramica dorsale dell’Alpe Alba. Verso nord est svetta all’orizzonte la sagoma inconfondibile del Carè Alto. Proseguendo per la bella dorsale si raggiunge dapprima la Selletta dell’Anziana 1978 e quindi per facile costone erboso si è in breve sul grande “panettone” del Col Santo 2112, con grande croce in legno. Strepitosa la vista a 360 gradi sull’orizzonte. Si prosegue ora calando verso sud col sentiero 131 fino alla Sella dei Col Santi 1980, quindi per facili zig zag si cala fino al Rifugio Vincenzo Lancia m 1800.

Traversata al Pasubio 2232
Da Rifugio Lancia al Cimon del Pasubio ci vogliono ancora circa 2,30-3 ore. Col sentiero 102 si raggiunge in piano la Bocchetta delle Corde 1894, quindi col 105 si risale il fianco NO del M. Roite 2144. Il sentiero ora con un lungo traversone raggiunge la Sella del Roite 2081 dove cambia versante. La vista sull’Alpe Pozze è meravigliosa. Proseguendo verso la fascia rocciosa e alzandosi ancora di quota, il paesaggio si fa man mano più desolante, con lunghe file di caverne, ruderi di trincee, caverne, gallerie, pietraie. Dalla Selletta del Piccolo Roite si giunge quindi sul Dente Austriaco 2203, con le fortificazioni scavate nella roccia, le tabelle illustrative dell’Ecomuseo della Grande Guerra. Di fronte, a neppure 200 metri di distanza in linea d’aria, il Dente Italiano 2200, ancora sconvolto dall’ultima grande esplosione degli austriaci nella guerra delle mine con cui i due eserciti si combattevano perfino sotto terra. Si cala ora alla Selletta dei denti 2175 e si sale il lato nord del Dente Italiano, scavato come un groviera da gallerie. Si scende brevemente alla Selletta Damaggio quindi con un ultimo traverso si arriva alla ampia Cima Palòn del Pasubio m 2232, l’elevazione massima. Di qui un galleria fatta costruire dal Gen. Papa permetteva di arrivare sottoterra fino al Dente Italiano. Il panorama a 360° è a dir poco strepitoso, nelle giornate limpide si possono scorgere la laguna veneta e il profilo degli Appennini.

Rientro
Dalla cima del Pasubio si cala per la comoda dorsale sud per sentiero fino al Cogolo Alto, dove a quota 2200 c’è un rudere, l’ex rifugio militare. Dietro il rudere c’è una gallerai che ospitava l’artiglieria da montagna puntata verso il Cosmagnon. Quindi poco sopra il Soglio dell’Incudine si devia per sentiero 135 e poi 134 scendendo nell’ampio vallone dell‘Alpe di Cosmagnon. Si cala di quota fino a 1900 metri tra bei prati e radure fino alla Malghetta Cosmagnon di sopra 1893, dove il sentiero riprende a salire traversando una vasta fascia di mughi. Si sale ora per circa 100 metri di dislivello per ricongiungersi col sentiero 105 fatto all’andata. Si ritorna quindi alla Bocchetta delle Corde per prendere il sentiero 102 verso ovest fino alla Bocchetta dei Foxi m 1720. Dalla Bocchetta dei Foxi se si è ancora in forza si può fare una digressione al Corno Battisti, dove nel 1916 furono catturati Cesare Battisti e Fabio Filzi. Dalla bocchetta si cala ora nella bella valletta di Malga Zocchi e quindi, ancora per bosco, con facile sentiero fino al parcheggio dove abbiamo la macchina. Disl. 1350, sviluppo 26 km.

testi e foto di
Alessandro Ghezzer

© Copyright 2001-2010 – E’ vietata la riproduzione di testi o foto salvo esplicita autorizzazione – Tutti i diritti riservati / All rights reserved

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