11 Giugno 2021

Il futuro della melicoltura secondo APOT & La Trentina

di: Girovagando in Trentino

Oggi ci siamo recati in riva alla Sarca, il simbolo di uno dei più importanti consorzi di produttori attivi sul nostro territorio. Vogliamo parlarvi infatti di agricoltura e, più nello specifico, di melicoltura.

Abbiamo intervistato Rodolfo Brochetti, presidente del consorzio agricolo La Trentina, per farci raccontare il presente e il futuro del gruppo, tra collaborazioni, innovazione e diversificazione.

 

“Come vedi il futuro della melicoltura, guardando in particolare ai prossimi anni, ai vostri mercati, al territorio?”

Credo che se affrontato nel modo corretto, il futuro potrà sicuramente portare nuove opportunità alle nostre aziende, dalla diversificazione delle produzioni all’ampliamento dell’organizzazione.

 

“So che siete impegnati nella diversificazione varietale. Cosa significa?”

Sì, si tratta di una diversificazione intesa sia dal punto di vista del consumatore, riferendosi quindi all’introduzione di diverse varietà di mele più accattivanti e interessanti agli occhi degli acquirenti, sia dal punto di vista ambientale, con la produzione delle cosiddette varietà resistenti, mele particolarmente resistenti a determinate malattie. Questa caratteristica consente all’agricoltore di non dover ricorrere a prodotti nocivi per la loro preservazione.

“Questo significa grande attenzione all’ambiente.”

Assolutamente. L’attenzione all’ambiente ormai è un must. Anche per noi è fondamentale proporre ai consumatori un prodotto che abbia determinati requisiti di salubrità e sostenibilità ambientale.

 

“Ma La Trentina, come sappiamo, non è solo mele.”

No. La Trentina, rispetto alle altre organizzazioni di produttori a livello regionale, s’impegna in maniera importante anche nella diffusione di altri prodotti. In questa zona dove ci troviamo, ad esempio, vengono prodotte le famosissime susine di Dro. Abbiamo poi i kiwi della zona dell’Alto Garda, gli asparagi di Zambana, oltre che diversi piccoli frutti – tra cui le ciliegie – della zona della Valsugana e del Bleggio.

 

“Vediamo un mercato, soprattutto a livello globale, in continua evoluzione. Come vi state riorganizzando voi produttori di fronte a queste nuove sfide?”

Si passa per più livelli: da quello industriale, per cui ci si sta muovendo con ampliamenti delle strutture e ottimizzazioni, a quello organizzativo, per cui è stata recentemente avanzata ed accolta positivamente una proposta di fusione ai nostri produttori. Confluire tutte le cooperative associate a La Trentina in una sola realtà cooperativa di primo grado consentirebbe di bypassare molti passaggi burocratici che la situazione attuale ci impone.

 

“Il vostro processo di riorganizzazione prevede anche un’alleanza stabile con un altro colosso, Melinda.”

Sì, certo. L’accordo già stipulato nel 2017 – in origine strettamente commerciale – si è strutturato nel tempo in una collaborazione molto più organizzata. La visione è quella di mettere a fattor comune le potenzialità di entrambi i consorzi, unificando i vari reparti di competenza. Attualmente si sono già andati ad unificare i reparti commerciali e di marketing, ma la prospettiva è quella di incrementare ulteriormente le collaborazioni con l’obiettivo finale di una frutticultura trentina unita.

A questo punto ci rechiamo in riva al lago di Cavedine, per farci spiegare da Alessandro Toccoli, presidente delle Valli del Sarca (struttura aderente a La Trentina) una nuova concezione di melo, il frutteto pedonabile.

 

“Parliamo di una nuova pianta, ma anche di una pianta resistente.”

Sì. Più che di una nuova pianta, diciamo che è una varietà resistente alla quale viene applicato un nuovo sistema di allevamento molto più stretto, fitto, che permette di lavorare stando sempre a terra. Ciò migliora sia la qualità del prodotto, sia la lavorabilità e quindi le condizioni dei lavoratori.

 

“Una pianta resistente a forme patogene e malattie, nel rispetto dell’ambiente. Quello che sorprende un po’ è la forma della struttura, che ci rimanda a quelle tipiche della viticoltura.”

Esattamente. La pianta è una pianta tradizionale, coricata a 45° al primo anno di impianto, poi piegata l’anno successivo. Lo scopo è di far salire tutti i rami lungo filo per ottenere la raccolta di un prodotto finale molto vicino al fusto, aperto alla luce del sole e all’aria, quindi di alta qualità.

“Parlando di sole, vento ed agenti atmosferici ci ricolleghiamo al clima tipico della Valle del Sarca, territorio particolarmente indicato anche per la frutticultura biologica. Voi vi siete specializzati anche in questo, giusto?”

Assolutamente, abbiamo diversi impianti in biologico, tra cui anche quello dove ci troviamo oggi. La Valle del Sarca grazie alla sua estensione geografica (da Terlago a Torbole) riesce a godere del tipico vento umido detto “ora del Garda”, che si leva più o meno verso le 11 del mattino dal vicino Lago di Garda e ci accompagna nell’arco di tutta la giornata. Questo aiuta a ricreare tutte le condizioni più adatte alla produzione biologica, tant’è che la cooperativa negli ultimi 4/5 anni ha raggiunto circa un 20-25% di produzione in mele bio.

 

Possiamo parlare di biodiversità in campagna, ma anche di diversificazione produttiva.

Certo, una diversificazione che porta molti vantaggi, tra cui il miglioramento dell’organizzazione del lavoro nelle aziende, ma anche un’importantissima continuità di reddito nel corso delle stagioni.

 

Una Valle che guarda con interesse anche al turismo: non a caso, siamo qui davanti al lago di Cavedine.

Sì, il mantenimento del territorio e i rapporti con i visitatori creano una preziosa sinergia e un’approfondita conoscenza di queste zone. Un bagaglio che tutti i turisti possono riportarsi a casa.

Infine, abbiamo avuto l’occasione di intrattenere un’interessante conversazione con Andrea Fedrizzi, responsabile della comunicazione per La Trentina e Melinda. Da lui ci siamo fatti spiegare il modo in cui questi consorzi mantengano il consumatore sempre adeguatamente informato sui prodotti e le iniziative promosse.

“La strategia sembra quella di porre grande attenzione alla specificità produttiva di ogni territorio. O sbaglio?”

Sì, il tutto è iniziato nel 2017, quando i consorzi La Trentina e Melinda si sono avvicinati unificando alcuni settori, tra cui il reparto marketing. Ci siamo ritrovati così a gestire insieme i prodotti della Val di Non e quelli de La Trentina. La prima domanda che ci siamo posti è stata quella del dove intervenire per provare a valorizzare al meglio le risorse del territorio. La risposta è stata quella di una ristrutturazione totale del brand La Trentina, che doveva essere più adiacente ai valori del territorio nel rappresentare la sua produzione, così intimamente legata al territorio stesso. Ne è scaturita in primo luogo la forma molto più morbida adottata per il logotipo, accompagnata dai colori (verde e marrone) che ben rappresentano la natura e la terra, e dal claim rinnovato che ne descrive l’unione saldissima con il territorio trentino: “buona come la sua terra”.

“In che modo vi state muovendo, oggi, per la promozione del prodotto?”

Il nostro primo obiettivo è sempre stato quello di partire dal territorio dove la frutta viene prodotta. Abbiamo pensato di fare in modo che i turisti in vacanza potessero godere del gusto della frutta che La Trentina propone, facendogliela incontrare anche nelle strutture ricettive del territorio. Da qui è nata l’esigenza di comunicare questa volontà in forma digitale: sebbene la pandemia abbia frenato le attività dal punto di vista fisico, abbiamo incanalato tutte le nostre energie nello sviluppo della comunicazione online. È nato così il nuovo sito di La Trentina, oltre ai profili Facebook e Instagram su cui poter restare aggiornati su tutte le novità che proponiamo.

Un’altra importante introduzione è stata quella della piattaforma MyTrentina, sulla quale i consumatori possono venire a stretto contatto con il territorio attraverso esperienze, ricette e ricerca di strutture. Sono già più di 80 le strutture ricettive in tutto il territorio che hanno aderito alla proposta di promozione dei prodotti agricoli La Trentina. Il consorzio intende con ciò impegnarsi attivamente ed in stretta sinergia con la graduale ripartenza del turismo. L’auspicio è quello che le due realtà possano muoversi di pari passo, supportandosi vicendevolmente con l’obiettivo comune di far ripartire il territorio.

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