12 Febbraio 2014

"Per Via. Museo Tesino delle Stampe e dell'Ambulantato". I "perteganti" del tesino

di: Alessandro Vaccari

La conca del Tesino è un territorio di gente operosa, spesso impegnati a valorizzare le peculiarità del loro territorio e delle loro persone. Non a caso proprio a Pieve Tesino fu fondata la prima Pro Loco d’Italia, nel lontano 1881. Ancora, in questi luoghi nacque Alcide De Gasperi, la cui vita è magistralmente narrata e testimoniata nel museo di Casa De Gasperi.

Forse l’esempio che meglio racconta l’ingegno dei Tesini è però la storia dei “perteganti”, i commercianti ambulanti. E’ una storia per ora poco conosciuta, ma destinata ad avere ampia diffusione grazie al Museo “Per Via: Museo Tesino delle Stampe e dell’Ambulantato” che sarà inaugurato tra qualche settimana.

Il museo racconta un’incredibile epopea che inizia nella seconda metà del ‘600. I tesini erano un popolo di pastori che usualmente portavano le greggi a trascorrere gli inverni nelle più miti pianure dell’Italia Settentrionale. Nel frattempo parte di loro aveva iniziato a commerciare pietre focaie, provenienti da una miniera scoperta dalla famiglia Gallo di Castello Tesino. Tale attività aveva portato alcuni a spingersi verso il centro Europa, dove lo scambio commerciale era più favorevole.

Era usanza dei pastori, al rientro in valle in primavera, fermarsi ad acquistare attrezzi da lavoro a Bassano in una ferramenta di un certo Remondini, che proprio in quel periodo ebbe un’intuizione, acquistò una stamperia, ed affidò la vendita delle stampe ai tesini ed alla loro capacità di viaggiare.

Erano stampe piuttosto grezze, rudimentali, ma avevano il pregio di costare pochissimo, garantire ottimi guadagni, ed essere accessibili al popolo, a differenza dei quadri dai costi inarrivabili.

Il nuovo commercio ben presto soppiantò sia la pastorizia che le pietre focaie ed iniziò un lunghissimo e fiorente periodo di lavoro che portò i tesini ovunque nel mondo. I “perteganti” tesini arrivarono in tutta Europa, dalla Spagna alla Russia, per poi raggiungere le Americhe, l’Africa Settentrionale e l’Asia.

La “cassela” era la cassa che utilizzavano per trasportare le loro mercanzie. Con il tempo il catalogo dei tesini ampliò l’offerta a occhiali, canocchiali, chincaglieria, oggetti di devozione, forbici, coltelli, sementi, saponi, lapis, spille, anelli.

I tesini arrivarono anche a fondare veri e propri negozi, a Mosca ed a Parigi i più celebri. Si trasformarono essi stessi in editori, iniziando a loro volta a produrre stampe per poi rivenderle.

Importante sottolineare come il commercio ambulante non comportò un’emigrazione massiccia dal tesino. Anzi i commercianti erano soliti rientrare con i proventi del commercio, e ad attenderli trovavano le loro famiglie. In questo, fondamentale fu il ruolo delle donne, che a casa, nel tesino, avevano il compito di crescere i figli e di occuparsi anche della gestione del bestiame e della quotidianità della casa.

A testimoniare questa epopea, ormai definitivamente conclusa dopo la seconda guerra mondiale, arriva ora questo museo, non a casa ricavato a casa Buffa Giacantoni, una famiglia di venditori di stampe per generazioni.

 

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AUTORE DEL POST:

Alessandro Vaccari

Partito dal mondo degli eventi, si dedica al coordinamento di enti del terzo settore, al giornalismo agri-turistico, all'organizzazione di progetti formativi, all'animazione territoriale con particolare riferimento a temi come la ruralità, il territorio e la sostenibilità (ambientale e sociale).

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