L’escursione proposta questa settimana si colloca sulle cime ancora ben innevate della val di Peio e precisamente sulle vette che sovrastano il piccolo abitato di Comasine.
Una gita spettacolare che coniuga un contesto naturalistico invidiabile ai molti punti panoramici che permettono di ammirare a 360° il paesaggio circostante.
L’itinerario prevede la partenza dall’abitato di Comasine nei pressi della chiesetta di S. Lucia, altitudine 1244 mslm
Il primo tratto di ascesa, inizialmente percorso sci in spalla, si inoltra lungo la strada forestale che conduce a Malga Valcomasine, in un contesto caratterizzato dalla presenza di splendidi boschi di conifere e tradizionali costruzioni alpine costituite da gruppi di masi e malghe adibite all’alpeggio estivo.
Proseguendo il percorso, altri punti di interesse che si presentano sono delle bacheche informative che raccontano la storia e il ciclo produttivo delle miniere di ferro presenti nelle vicinanze e che hanno caratterizzato, assieme all’agricoltura e all’allevamento, lo sviluppo dell’intera valle fin dal 1200-1300.
Si prosegue quindi lungo la strada forestale fino all’arrivo al Camp di Valcomasine, altitudine 2130 m, dove si può ammirare una vista panoramica delle montagne circostanti e quelle poste sul versante opposto come il Passo Cercen.
Dal Camp ha inizio un itinerario naturalistico, percorribile nei mesi estivi, lungo il quale spicca l’imponenza dei larici secolari sopravvissuti al taglio e con i quali si ricavava carbone da utilizzare nella fusione del minerale di ferro. Un occhio attento può infatti notare il terreno scuro ed il materiale residuo di molte carbonaie.
A questo punto l’escursione si fa più impegnativa e, dopo una breve discesa lungo un sentiero che porta alla malga Mason, quota 2.184 m, si riprende a salire in direzione sud-ovest lungo gli ampi nevai accolti tra la cima Boai e la meta del nostro itinerario: cima Forzellina.
L’ampia coltre nevosa permette una diversificazione del percorso di ascesa: sta all’alpinista, in funzione delle condizioni del manto e quelle metereologiche, individuare la traccia di ascesa più sicura.
Poco distanti dalla meta si arriva sulla cresta che separa la val Comasine, appena percorsa, dalla val Pudria, a questo punto la vetta è ormai vicina e il panorama si fa sempre più mozzafiato. La cima, posta ad una altitudine di 2730 mslm, è segnalata da un pezzo di legno posto in posizione verticale e incastonato tra alcuni piccoli massi. Da qui si ha un dominio a 360° su tutte le cime e le catene montuose che caratterizzano il Trentino Occidentale come: i massicci dell’Adamello con cima Presanella, le Dolomiti di Brenta, il Corno dei Tre Signori, Punta San Matteo, Cima Vioz e il ghiacciaio del Careser. Nei giorni più limpidi si possono ammirare in lontananza le Dolomiti e, all’opposto, il massiccio del Bernina.
La via del ritorno è la medesima della salita. Dopo un primo tratto di medio-elevata pendenza, il proseguo della discesa si presenta di facile percorrenza fino ad imboccare la strada di rientro che conduce alla Chiesetta.
Lungo il percorso:
– Chiesetta di S. Lucia, 1.244 mslm
– Camp di Val Comasine 2130 mslm
– Malga Mason, quota 2184mslm
– Cima Forzellina 2730 mslm
Le indicazioni qui fornite vanno sempre integrate con le opportune valutazioni circa il livello di rischio distacco valanghivo segnalato dagli istituti competenti. La traccia GPS è puramente indicativa. Il percorso va verificato con le condizioni della neve e l’esposizione dei pendii.