PARTENZA |
Nomi, parcheggio nella piazza principale, nei pressi della Chiesa Parrocchiale (quota 177 m) |
DISLIVELLO COMPLESSIVO |
450 m |
QUOTA MASSIMA |
593 m |
DURATA |
Ore 2,30 – 3,00 |
LUNGHEZZA |
7,5 km circa |
PERIODO CONSIGLIATO |
E’ un itinerario percorribile tutto l’anno |
TIPOLOGIA |
Escursionismo |
Dal parcheggio si imbocca via Baroni de Moll (vedi fig. 1) a fianco della Chiesa Parrocchiale per poi proseguire lungo via monte Corona che risale l’abitato di Nomi.
Figura 1 (Via Baroni de Moll)
Si supera uno stretto tornante a destra e si continua a salire. Si tralascia un primo bivio a sinistra (una trentina di metri circa dopo il tornante) e si imbocca il successivo bivio a sinistra che conduce ad un nucleo di abitazioni di recente costruzione, dove si scorge una stradina (vedi fig. 2) lungo la quale prosegue l’itinerario.
Figura 2
Il percorso sale ripido, supera l’acquedotto comunale e dopo una svolta a destra, entra nel vallo paramassi eretto a difesa dell’abitato di Nomi a seguito della frana staccatasi nei primi anni ’90 dalla parete rocciosa soprastante (vedi fig. 3).
Figura 3 (vallo paramassi)
Il tracciato, ora a fondo naturale, dopo una svolta a sinistra prosegue con discreta pendenza in direzione dei ruderi di Castel Barco. In vista dei ruderi la strada spiana e giunge fino all’estremità della massicciata di un seconda struttura paramassi (vedi fig. 4).
Figura 4
Giunti a questo punto abbandoniamo la strada (che termina poco dopo in una campagna) per imboccare il ripido e inizialmente poco evidente sentiero che si inoltra nel bosco e, in pochi minuti, raggiungiamo un crinale in prossimità di Castel Barco (vedi fig. 5).
Figura 5 (ruderi di castel Barco)
Proseguiamo a destra (verso sinistra si possono raggiunge i ruderi di castel Barco) lungo il sentiero che poi diviene una trattorabile, fino a raggiungere la località Coste (vedi fig. 6). Si procede ora seguendo le indicazioni per Servis.
Figura 6
In breve incontriamo sulla sinistra un indicazione per la località le Fratte. Seguiamo l’indicazione e procediamo fino ad incrociare un altro sentiero (vedi fig. 7) dove svoltiamo verso destra.
Figura 7
Si risale un ripido prato e continuiamo costeggiando un vigneto (vedi fig. 8) fino a raggiungere la località le Fratte.
Figura 8 (vigneto in prossimità della località le Fratte)
Superiamo un paio di abitazioni e, seguendo la strada bianca, ci dirigiamo verso Servis.
Giunti ad incrociare la strada asfaltata, svoltiamo verso destra in leggera discesa lungo una stradina con fondo in cemento che in seguito diviene a fondo naturale.
Procedendo la pendenza aumenta (tratti a fondo cementato) e dopo circa 2 Km incrociamo una strada asfaltata (vedi fig. 9) dove si prende a destra, sempre in discesa.
Figura 9
Superate alcune abitazioni (località Val), il percorso diviene molto ripido e nel volgere di pochi tornanti perdiamo rapidamente quota. Lungo questo tratto è possibile osservare i ruderi del castello di Nomi (vedi fig. 10).
Figura 10 (ruderi del castello di Nomi)
In breve ora ci ricongiungiamo con il percorso fatto all’andata che ci riporta al punto di partenza.
CENNI STORICI
Nomi
I reperti dell’Età del Bronzo (dal 3500 a.C. al 1200 a.C. circa), del Ferro (dalla fine del II millennio a tutto il I millennio a.C.) e della Romanità qualificano Nomi come un insediamento antichissimo. La prima testimonianza scritta (“de Nomio”) risale all’epoca altomedievale (XII sec.).
La documentazione successiva testimonia il dominio dei Castelbarco fino al 1499.
In seguito Nomi fece parte, dal 1500 al 1800 ca., del cosiddetto “Comun Comunale”, associazione amministrativa tra diversi paesi confinanti, sorta di Comunità di Valle ante litteram.
Castel Barco
Le prime notizie di Castel Barco risalgono al XII secolo quando era costituito solamente da un robustissimo mastio poligonale (il mastio o maschio è una torre, comune nei castelli medievali, caratterizzata da un’altezza superiore alle altre che rappresentava l’ultima difesa in caso di attacco) circondato un recinto difensivo. Di qui gli antichi Castelbarco (nome che deriva appunto dal nome del castello) controllavano la strada verso l’Italia e la Germania e la navigazione sull’Adige.
Nel ‘400 fu ampliato con l’aggiunta di un’altra cerchia muraria e di edifici residenziali trasformando la struttura da fortilizio sulla via stradale e fluviale dell’Adige, a maniero dell’omonima famiglia, che divenne in seguito assai potente.
Nel 1439 Castel Barco fu conquistato dalla Repubblica di Venezia che dal 1411 si stava progressivamente affermando nella Vallagarina.
Assediato nel 1508, allo scoppiare delle ostilità tra l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo e la Serenissima, esso cadde e venne saccheggiato ed incendiato, tanto che da allora non fu più ricostruito.
Castello di Nomi
Originariamente sede del feudo dei signori di Nomi, nel 1333 passò ai Castelbarco. Nel XV secolo fu coinvolto nella guerra tra Venezia e Impero asburgico per il controllo della Vallagarina. Nel 1456 fu conquistato dai Lodron che però dovettero cederlo successivamente al principe vescovo di Trento.
Nel 1487 fu occupato dai Veneziani che lo mantennero fino al 1491 quando le truppe di Massimiliano I d’Asburgo lo riconquistarono, causando notevoli danni. Nel 1499 venne ceduto a Pellegrino Busio Castelletti, che però nei primi del ‘500 si trasferì nel palazzo costruito in paese.
Da allora il castello perse la sua importanza riducendosi allo stato di rudere.
Servis
Località situata a monte dell’abitato di Savignano, sede di numerosi rinvenimenti che testimoniano la presenza di una necropoli romana tardo-imperiale.
Testi e foto a cura di: Claudio Francescatti