Questa magnifica piramide svetta inconfondibile all’orizzonte nell’alto Vanoi, valle laterale del Primiero. Questa meravigliosa e panoramica montagna è passata tristemente alla storia per le spaventose carneficine durante la Prima Guerra Mondiale. I ripetuti assalti e controassalti dei due eserciti, austroungarico e italiano, hanno lasciato sul terreno migliaia di morti.
La zona del Cauriol, come del resto tutta la lunga dorsale della Catena del Lagorai, un tempo linea di fronte, è caratterizzata da un gran numero di trincee, fortificazioni, caverne, camminamenti, resti di baracche. L’accesso a nord è definito “via austriaca”, quello a sud “via italiana”, che è quella che noi proponiamo in questa escursione. La salita non presenta difficoltà particolari, salvo qualche brevissimo passaggio di 1° grado nel canalino di sfasciumi poco sotto la vetta.
Il percorso richiede un certo impegno fisico: sono circa 1400 metri di dislivello e quindi è necessario un allenamento adeguato. Il Cauriol può essere salito, con minore dislivello, anche da nord, ovvero dal versante fiemmese della Val di Sadole. Noi proponiamo un giro ad anello abbastanza ampio, per uno sviluppo totale di 21,5 km, che però può essere accorciato di circa 8 km evitando la digressione verso Malga Coldosè al ritorno.
Il percorso può essere fatto in entrambi i sensi: per chi ha problemi di articolazioni in discesa, meglio il senso antiorario. I panorami sono a dir poco fantastici: salendo da Refavaie spuntano poco a poco, da dietro i crinali boscosi, le ardite e spettacolari cime del Gruppo di Cima d’Asta. Più in alto si attraversa la splendida Busa Sadole, dominata dai selvaggi versanti di Cima Litegosa. Dal Passo Sadole sinvece i apre uno squarcio panoramico verso nord sulla val di Fiemme.
Quindi l’erta salita per la “via italiana”, con l’incantevole valletta sotto frocella Carteri, fino al grandioso panorama dalla cima che lascia letteralmente a bocca aperta. Un giro d’orizzonte a 360 gradi su tutte le cime più importanti del circondario, con la vista che spazia dalle Dolomiti all’Ortles, dal Brenta alla Marmolada, dall’Adamello alle Pale di S. Martino.
Si parcheggia al Rif. Refavaie m 1115 nell’alto Vanoi. Si segue brevemente la strada forestale sulla sinistra orografica del torrente Vanoi, quindi dopo circa 500 metri dal rifugio si imbocca la forestale in salita sulla destra. Dopo il primo tornante, 200 metri prima del gruppo di case in località Capriolo, prestare attenzione a una diramazione sulla sx sbarrata da una trave in legno. Non ci sono tabelle né segni poiché le indicazioni del sentiero 320 sono state rimosse a casua delle frane hanno imposto la chiusura del sentiero per alcuni anni. Tuttavia il sentiero ora è ripristinato e agibile, anche se non aperto ufficialmente.
Chi lo percorre lo fa comunque a proprio rischio. Si sale di quota con alcuni tornanti lungo la stradella di origine militare, poi con un lungo traversone si arriva nella splendida radura di Malga Laghetti m 1582: a sud si staglia possente il massiccio di Cima d’Asta. Recentemente il Gruppo Alpini A.N.A. di Caoria ha curato un nuovo itinerario che, da Malga Laghetti, sale direttamente la cima del Cauriol dal versante sud (segnavia con paletti tricolore), ovvero il percorso che faremo al ritorno.
Noi proseguiamo ora verso NO lungo la forestale, che coincide col sentiero 320, per circa 2 km scarsi fino alle tabelle in loc. Sassoi che indicano il sentiero per Passo Sadole. A ovest incombe la massiccia Cima Litegosa coi suoi selvaggi canaloni che digradano ripidi verso il Lago Nero. Risaliamo la vecchia traccia militare a zig zag per una bella radura: tra i larici si scorge la cima del Piccolo Cauriol. Dopo un breve strappo si arriva nella splendida conca di Busa Sadole, quindi con un facile traverso si giunge in breve al Passo Sadole m 2066, con ampie tracce della “cittadella” di trincee dei soldati che presidiavano la zona. Qui confluisce il sentiero della via austriaca che risale il canalone nord del Cauriolo. Noi dirigiamo invece a sud per la “via italiana” con un traverso in leggera salita.
Quindi il sentiero si impenna fino a una piccola e splendida valletta con una conca che precede l’ultima rampa alla Forcella Carteri 2335. Di qui per sfasciumi franosi, con qualche breve tratto di 1° grado, e si arriva finalmente a Cima Cauriol m 2495, con una croce in ferro e delle targhe commemorative ai caduti della Grande Guerra. Il panorama lascia letteralmente senza fiato.
50 metri sotto la vetta c’è il bivio segnato coi paletti tricolore che indicano il sentiero degli alpini: la traccia, un po’ vaga, percorre un ripido costone con balze erbose, sfasciumi e pietraie. Niente di particolarmente pericoloso, basta fare attenzione a non scivolare sul ghiaino. Prestare attenzione ai paletti per la giusta direzione, specie nei pressi di una grossa frana (tenersi sulla dx) che ha fatto crollare un intero costone devastando il bosco sottostante.
Sempre seguendo i paletti, si cala di quota percorrendo ampi trinceramenti e qualche ricovero di guerra. Guadagnato il bosco il sentiero diventa strada militare selciata, che con vari tornanti cala fino a intersecare una strada forestale. Chi vuole farla breve, può continuare a scendere seguendo i paletti fino a Malga Laghetti e poi per la stessa via dell’andata fino a Refavaie. Per chi ha ancora gambe, suggeriamo invece di proseguire in costa verso est, seguendo la comoda strada forestale per circa 2 km scarsi.
Prestare attenzione al primo tornante, dove bisogna abbandonare la strada proseguendo nel bosco e, abbassandosi leggermente di quota (20 m), intercettare un’altra strada forestale che con un lungo traversone in pian di altri 2 km si dirige verso Malga Coldosè di sotto. Con tornanti si cala ora di quota, quindi si svolta verso sud e con una lunga e comoda discesa si arriva fino ai Masi di Fossernica e quindi al Rif. Refavaie. Dislivello complessivo m 1400, sviluppo km 21.5
Strategicamente basilare nello schieramento austriaco, il Cauriol, nella Catena del Lagorai, sbarrava l’accesso alla Val di Fiemme, e dalla sua cima era quindi possibile controllarne agevolmente i centri, le rotabili e la ferrovia che portava a Trento. Uno sfondamento in quel settore avrebbe potuto significare l’irruzione nella valle dell’Adige poco a sud di Bolzano, con conseguenze inimmaginabili per le sorti dell’intera guerra.
Il 26 agosto 1916 i soldati dei battaglioni Feltre, Valbrenta e Monterosa attaccarono da sud le pendici del Cauriol e riuscirono a raggiungerne la vetta il giorno successivo, respingendo poi il 3 settembre il contrattacco austriaco lanciato dal vicino Piccolo Cauriol. I combattimenti proseguirono nei due mesi seguenti in direzione del vicino Monte Cardinal, ma in seguito le operazioni vennero forzatamente interrotte a causa del tempo inclemente ed i due eserciti rimasero a fronteggiarsi in una guerra di posizione, bloccati da un inverno eccezionalmente rigido e nevoso. Nell’ottobre 1917 la zona venne infine abbandonata dalle forze italiane a seguito della rotta di Caporetto, lasciando complessivamente sul campo circa 10.000 caduti da parte italiana e pressoché altrettanti da parte austriaca, vittime sia della guerra che del terribile inverno del 1916.
testi e foto di Alessandro Ghezzer
© Copyright 2001-2012 – E’ vietata la riproduzione di testi o foto Tutti i diritti riservati / All rights reserved