Dal piccolo piazzale si torna indietro per qualche centinaio di metri verso Mori fino ad incontrare sulla destra una strada asfaltata che conduce in località Giovo (fig. 1).
In breve la strada diventa a fondo naturale e compie una svolta verso sinistra in direzione di una casa. In corrispondenza di tale svolta, imbocchiamo sulla destra una mulattiera che si inoltra nel bosco (fig. 2).
Il percorso sale ripido, superiamo un paio di tornanti e dopo circa 15/20 minuti dalla partenza incontriamo un bivio. Trascuriamo la deviazione a destra che scende ripidamente verso l’abitato di Sano e procediamo diritti in salita. Lungo questo tratto è possibile ammirare piacevoli scorci sulla piana coltivata di Loppio (fig. 3).
Mantenendosi sulla mulattiera si continua a salire fino ad incrociare una stradina che proviene dalle campagne circostanti. La si attraversa e si procede nella direzione indicata dal cartello (fig. 4)
fino ad incontrare una strada asfaltata. La imbocchiamo in ripida salita procedendo tra i vigneti fino a raggiungere dopo circa un’ora di cammino dalla partenza, il paese di Castione. Giunti nella piazza del paese, punto più alto dell’itinerario (520 m), seguendo le indicazioni “MTB red tour” imbocchiamo la stradina asfaltata che scende verso sinistra (fig. 5).
Procediamo in discesa e dopo pochi passi incontriamo un primo bivio dove manteniamo la sinistra sempre seguendo le indicazioni “MTB red tour”. Al successivo bivio manteniamoci a destra (indicazioni “MTB red tour”). Guardando indietro possiamo apprezzare la posizione dominante dell’abitato di Castione (fig. 6) un tempo sede di un castello di proprietà dei Conti di Castelbarco (vedi Cenni storici).
Il percorso procede in discesa fiancheggiato sulla sinistra da un bel castagneto, mentre alla nostra destra la visuale spazia sulla val di Gresta (fig. 7)
Continuiamo a scendere e trascorsi circa 20/25 minuti dal paese di Castione si giunge ad un bivio (fig. 8) dove svoltiamo a destra, sempre seguendo le indicazioni “MTB red tour”, in direzione di Sano.
Da qui in altri 20/25 minuti raggiungiamo la piazzetta del paese di Sano (fig. 9) da dove imbocchiamo la strada per Mori che ci conduce al punto di partenza dell’itinerario.
CENNI STORICI
Castione
Un tempo Castrum Leonis era un castello dal quale i Conti di Castelbarco sorvegliavano la valle di Loppio. La rocca venne abbattuta intorno al 1220 e sulle sue fondazioni sorse un po’ alla volta un villaggio, chiamato “Castiglione“ o “Castione“.
Ecclesiasticamente Castione era subordinato alla Pieve di Mori e quindi dipendeva dalla diocesi di Trento, ma politicamente era legato alla Magnifica Comunità di Brentonico che apparteneva invece alla diocesi di Verona. L’incoerenza tra il distretto episcopale e quello amministrativo fu superata nel 1785 quando l’intera pieve di Brentonico venne annessa alla diocesi di Trento.
Al centro del paese svetta la rinascimentale chiesa di S. Clemente papa consacrata nel 1601. L’interno della chiesa è la rappresentazione della grande abilità raggiunta dei marmorai locali. Gli altari policromi, i tendaggi in pietra, le eleganti colonne, il pregiato fonte battesimale sono i segni del passato artistico dei Castioni.
Le cave di marmo del Monte Giovo, che per lungo tempo hanno rappresentato la fortuna di Castione e di Brentonico, sono oggi abbandonate, ma il paesaggio del marmo sopravvive nelle dimore tradizionali dove abbondano le tracce dell’avventura lapidea locale iniziata nel ‘500, allorché i Gonzaga di Mantova acquistarono i primi blocchi di marmo castionese (il cosiddetto “Giallo di Castione” o più propriamente Oolite di S. Vigilio). Nel ‘600 il barocco si impose come movimento dell’immagine e del monumentale; gli altari lignei vennero sostituiti dagli altari di marmo e così la nuova sensibilità estetica e religiosa fece la fortuna di Castione che diventò un polo produttivo capace di attirare operai e artigiani esterni. I marmorai locali, impegnati dapprima nella sola estrazione, si trasformarono ben presto in maestri lapicidi, architetti, scultori. Per tre secoli i marmi colorati sono stati protagonisti dello splendore di un’arte che costituisce un capitolo fondamentale del patrimonio artistico trentino.
L’affievolirsi del gusto barocco a metà ‘700 fu la causa dell’inarrestabile decadenza delle attività marmoree. A Castione scomparirono le scuole d’arte e solo pochi operai continuarono fino agli anni ’80 del ‘900 ad estrarre marmo.
La Grotta del Colombo
Il Colombo di Mori è situato ai piedi dell’altura nota localmente come “Doss Castion”. La località è nota fin dal secolo scorso per le ricerche che vi condusse, per conto del Museo Civico di Rovereto, Paolo Orsi, l’illustre archeologo roveretano che proprio con gli scavi del Colombo segnò nel 1881 la nascita dell’archeologia moderna nel Trentino. L’Orsi mise in luce, nella zona antistante la grotta e all’interno di essa, degli strati archeologici contenenti numerosi frammenti di vasi di terracotta, strumentini di selce e ossa di animali. Inoltre, all’interno della grotta ritrovò dei resti scheletrici umani che testimoniano l’uso del sito come area di sepoltura in un momento precedente quello abitativo. Lo studio dei materiali permette oggi di inquadrare il sito in una fase dell’antica età del Bronzo databile intorno alla fine del III millennio a.C.