20 Giugno 2022
di: Girovagando in Trentino
In Val di Non sorge il comune di Sporminore, amministrato dal sindaco Diego Giovannini, qui si trova una delle oltre 2.500 grotte del Trentino. Stiamo parlando del “Bus de la Spia”, conosciuto fin dai tempi antichi ed esplorato persino dall’irredentista e geografo Cesare Battisti. Questa grotta era utilizzata dai signori del castello di Sporo Rovina, situato poco distante, come magazzino viveri.
Oggi la grotta è spesso vistata dagli esperti della Sat come Enzo Marcon, presidente della commissione speleologica centrale della Sat che si occupa delle attività all’interno delle montagne. La commissione speleologica è composta da sette gruppi che rispondono a sette diverse sezioni della Sat e si occupa principalmente delle attività esplorative delle grotte. Non mancano le spedizione per portare avanti le ricerche scientifiche in ambienti ancora poco conosciuti.
“Uno del lavori fondanti della commissione sono quelli del cosiddetto catasto delle grotte trentine – spiega Marcon – all’interno di ogni commissione c’è un curatore, sia per le grotte naturali che per quelle artificiali, che segue il catasto che in Trentino esiste da circa ottant’anni”. Le grotte vengono catalogate con tutta una serie di dati che le riguardano e delle vere e proprie piastrine identificative dove ne viene indicata la posizione esatta. Piastrine che sono posizionate all’ingresso della cavità.
Come già anticipato le grotte censite in Trentino sono oltre 2.500 ma il “Bus de la Spia ha una caratteristica del tutto originale. Addentrandosi per alcune centinaia di metri nell’anfratto è possibile assistere a un fenomeno molto raro: a intervalli regolari infatti all’interno della grotta il livello dell’acqua scende e risale generando una sorta di muggito quando l’acqua comincia a salire e a riempire la cavità.
Per quanto riguarda la conformazione di questa cavità lo sviluppo totale del Bus de la Spia, raggiunge i 320 metri per il tratto aereo e i 750 per quello subacqueo. “Le grotte – afferma Marcon – vanno protette, è necessario aggiornare la legge attualmente in vigore per promuovere maggiori tutele anche perché all’intero di queste grotte si trova una risorsa preziosissima come l’acqua”. Collegata a questa grotta esiste un’importante sorgente che alimenta l’acquedotto della Piana Rotaliana che serve anche Mezzolombardo, Mezzocorona e San Michele.